Vetrina. “Justine”
Pubblicato originariamente nel 1957 e riproposto più volte in Italia, Justine, primo romanzo del quartetto alessandrino di Lawrence Durrell, approda ora nella collana “Letture” di Einaudi.
“Eravamo noi quattro, complementi non riconosciuti l’uno dell’altro, inestricabilmente legati assieme”.
Pubblicato originariamente nel 1957 e riproposto più volte in Italia, Justine, primo romanzo del quartetto alessandrino di Lawrence Durrell, approda ora nella collana “Letture” di Einaudi.
In Justine assistiamo all’intrecciarsi delle vicende amorose di quattro personaggi (Justine, Melissa, Darley e Nassim) nella seducente e viziosa Alessandria d’Egitto, una città che non è qui solo un luogo geografico, ma uno stato della mente e “il più grande torchio dell’amore”, una prigione da cui riescono ad emergere solo “i malati, i solitari, i profeti – tutti quelli […]che sono stati profondamente feriti nella loro sessualità”. E Darley, l’innominato narratore del romanzo (alter ego di Durrell) è proprio un uomo ferito nella sessualità. Ritiratosi da quel vespaio dell’amore e della perversione che è Alessandria, egli decide di scrivere da una remota isola della Grecia le vicende di cui fu protagonista, affidandosi alla memoria e alle sue associazioni emotive e sensoriali. Nasce così un romanzo proustiano, un testo della memoria, un libro dove il dipanarsi della narrazione non segue il logico svolgersi delle vicende, ma le espone via via in base alla forza dell’impronta che hanno lasciato sullo scrittore. Lirismo e poesia pervadono il racconto come i forti odori delle spezie si diffondono per la città d’Alessandria, e Darley, in questo ottundimento dei sensi, riflette metafisicamente sul senso dell’amore e dell’erotismo, affidandosi, come guida, al testo scritto dal primo marito di Justine, lo scrittore Arnauti.
Justine è un romanzo complesso, perturbante, affascinante e perverso. Esso si basa su una serie di geometrie e corrispondenze emotive che si sviluppano sia all’interno del romanzo, sia a cavallo tra il mondo finzionale e quello reale di Durrell. La relazione tra Melissa e Nassim è infatti specchio di quella tra Justine e Darley, allo stesso modo in cui quest’ultima è, a sua volta, il riflesso del rapporto che vi fu tra Lawrence Durrell e la giovane Yvette, affascinante ebrea conosciuta ad Alessandria, per la quale lo scrittore lasciò la moglie e con la quale andò a vivere in rue Fuad, strada che è anche protagonista del romanzo.
Quello di Lawrence è dunque più che un romanzo: è una riflessione sulla memoria e sulla sua elaborazione, è un romanzo permeato d’erotismo e dai significati misteriosi della cabala ebraica, è un testo narrativo e allo stesso tempo una lunga lirica. Se si riesce ad andare oltre alla confusione e al disorientamento di una narrazione densa e non lineare (“era come se la mia immaginazione si fosse sottilmente intossicata delle qualità dell’ambiente e non potesse più rispondere a valutazioni personali, individuali”) si sarà di certo avvolti dai tentacoli seducenti, asfissianti e conturbanti della città d’Alessandria e dei personaggi che la incarnano.
- Genere: Narrativa Straniera