Vetrina. “Come poteva essere una storia d’amore”
Dalla collana de Gli irrisolti di bébert editore, una doppia storia d’amore impossibile narrata da Giuliano Bugani.
“Un romanzo è silenzioso, eppure riesce comunque a raccontare storie”
Dalla collana Gli irrisolti della bébert edizioni fa capolino Come poteva essere una storia d’amore, delizioso libretto di Giuliano Bugani. Alla seconda pubblicazione con la piccola casa editrice bolognese, l’autore di Anarkoressia (2013) avvolge in un velo la sua vocazione sperimentale: una sorta di sordina che rende più morbido e pregevole il senso del suo dire.
Il libro, pienamente adattato allo spirito di fondo della raccolta – “contenitore per narrazioni indefinite, senza orizzonti e senza finali” – , è un dittico composto da una duplice tipologia di passione, di sentimento amoroso. Da un dialogo fra un lui e una lei divorziati – nella prima parte, più evocativa e fluente – e da un coro polifonico di madri e figli uniti dalla tragedia dei desaparecidos – il racconto Donnarkica, dove la parola sferza suggerimenti come nel più nudo dramma di teatro politico. Le due sezioni in cui s’articola il lavoro di Bugani rappresentano la chitarra e il basso di un’unica, accorata melodia sull’irreversibilità del tempo.
Dopo le urla di dolore e denuncia del precedente Anarkoressia, lo scrittore emiliano ha ceduto il passo all’introspezione, a una venatura psicologica che ingentilisce la prosa avvicinandola al lettore, sul filo di un sottilissimo tipo di empatia. Si passa dal botta e risposta fra i due cinquantenni sull’orlo di un’impossibile riconciliazione, così denso da confluire in un solo e incalzante flusso di coscienza a doppia entrata, al puzzle vocale e mnemonico proveniente dall’Argentina, in cui addirittura a parlare sono i morti, vittime di uno scempio storico che li ha ingiustamente silenziati. A questi ultimi ridà voce il racconto, e ulteriore eco l’insanabile e sofferente rabbia delle loro madri.
Bugani così apre e chiude il suo piccolo sipario su storia e crudeltà dell’uomo, non rinunciando a colpire ma inguantando il pugno, e finendo col regalare a chi legge una prova matura e degna di nota, un racconto a due teste funzionale e suggestivo, testimonianza di una versatilità sorprendente e, soprattutto, vera.
- Genere: Racconto