Arti Visive

Vanvitelli segreto alla Reggia di Caserta

Gabriella Bologna

 Vanvitelli segreto i suoi pittori da Conca a Giaquinto – la Cathedra Petri, è la mostra in corso alla Reggia di Caserta, visitabile fino al 31 ottobre.

È dedicata al grande architetto Luigi Vanvitelli, progettista della straordinaria Reggia di Caserta, la mostra allestita negli Appartamenti storici della Reggia, curata da Vega de Martini e Francesco Petrucci e promossa dal Centro Europeo per il Turismo. L’esposizione, piccola ma curata, esplora due aspetti poco noti di Vanvitelli: l’arte decorativa e il rapporto con i pittori del suo tempo.

Dalla Fabbrica di San Pietro arriva il modello in terracotta e stucco dorato del Trono di San Pietro, manufatto tardo-barocco in marmo di Carrara commissionato a Vanvitelli da Benedetto XIV per la Basilica Vaticana nel 1754, ma rifiutato dai canonici per l’esuberanza dell’apparato decorativo, contrastante con la statua bronzea attribuita ad Arnolfo di Cambio per cui il trono era stato concepito.

È però la pittura l’aspetto preminente della mostra casertana. Per la prima volta viene esposto il Ritratto di Gaspar van Wittel, celebre vedutista olandese padre di Luigi Vanvitelli, proveniente dall’Accademia Nazionale di San Luca. Furono molti i pittori con cui l’architetto collaborò: Sebastiano Conca, chiamato a Napoli per importanti commissioni, Corrado Giaquinto, noto artista rococò trasferitosi a Napoli dopo un soggiorno in Spagna come primo pittore di Corte, e i pittori classicisti Pompeo Batoni e Anton Raphael Mengs. Quest’ultimo è presente con il Ritratto di Clemente XIII, una tela mai esposta in Italia, considerata uno dei capolavori della ritrattistica papale.

In mostra è anche il Ritratto del principe Guglielmo Ruffo in veste di Gran Camerario del Regno di Napoli e altri dipinti di Francesco De Mura, i modelli degli arazzi per la camera da letto di Ferdinando IV e Maria Carolina nel Palazzo Reale di Napoli e alcuni di disegni dello stesso Vanvitelli. Chiude il percorso il Ritratto allegorico di Carlo III di Borbone di Lorenzo Gramiccia, in prestito da Palazzo Chigi ad Ariccia. 

La mostra è l’occasione per rivedere uno dei monumenti più straordinari d’Italia, spesso al centro di polemiche che ne denunciano la mancata valorizzazione. Quella che potrebbe essere la Versailles italiana è visitabile per meno di un terzo, due dei quattro percorsi indicati nella segnaletica sono chiusi, l’ingresso all’elegante giardino inglese in fondo al magnifico Parco Reale è aperto solo fino alle 16.30 anche d’estate, e i venditori ambulanti restano indisturbati all’interno della Reggia nonostante da anni si cerchi una soluzione per impedirne l’accesso. Benvenuti in Italia.



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