Valter Malosti – Quartett/Le relazioni pericolose
Dopo aver debuttato al Teatro Carignano di Torino e aver fatto tappa al Teatro Eliseo di Roma, il tour di Quartett toccherà nel mese di marzo altre città come Modena, Monaco di Baviera, Cremona e Lecco.
Nella didascalia d’ambientazione di Quartett si legge: immaginario salotto borghese prima della rivoluzione francese oppure bunker dopo la terza guerra mondiale. Heiner Müller, sagace saccheggiatore del carteggio de Le Relazioni Pericolose, sceglie di lasciare il suo lettore, semplice affamato di letteratura o regista in ardore di ispirazione, libero di crearsi il proprio spazio mentale o scenico. L’immaginazione di Valter Malosti accoglie in pieno l’invito di Müller di dare vita a qualcosa di ibrido ma potente, oscillante tra la lussuria e la bellezza e la morte del corpo e dell’anima. Il sipario si apre su una fredda e spoglia stanza d’ospedale. Un comodino con sopra adagiate un vaso di rose nere, una flebo e un lettino laterale parallelo al pubblico dove Madame de Merteuil (Laura Marinoni), immobile come se fosse incatenata, attende l’arrivo di Valmont (Valter Malosti) seduttore indiscusso, suo alter ego, ossessione, capro espiatorio. Nel suo Quartett Müller aveva fotografato il testo di De Laclos, estrapolando da esso i due personaggi principali Merteuil e Valmont, e si era divertito a giocare con loro, portando fino all’estremo i loro vizi e le loro passioni da borghesi libertini in un dialogo serrato. Il titolo, che potrebbe risultare ambiguo in un primo momento, anticipa invece ciò che accadrà sulla scena: i personaggi sono in realtà quattro, impersonati sempre dal Merteuil e Valmont che si scambiano i ruoli, recitano le parti degli altri in un botta e risposta che da filosofico ed esistenziale sfocerà senza scrupoli nel grottesco e nella commedia.
Negli allestimenti di Malosti musica, luci e recitazione vanno di pari passo, si appoggiano l’una all’altra e si amalgamano bene ma in maniera forse troppo didascalica e imbalsamata. La pièce scorre tra musiche liriche, dialoghi serrati e incalzanti, entrate e uscite di Malosti/Valmont che ci è sembrato poco virile, troppo diverso dal ricordo collettivo di quello sfacciato mascalzone di John Malcovich nel capolavoro di Frears, che nonostante gli sforzi non siamo riusciti, o forse non volevamo, toglierci dalla mente. Splendida invece l’interpretazione di Laura Marinoni nei panni di Madame de Merteuil che mai uscirà dalla stanza che la tiene prigioniera. La condanna è la sfrenatezza della sua condotta che non si è posta limiti, che ha giocato con le vite degli altri come se fossero marionette, comparse da reinterpretare per prendersene gioco.
Dopo aver debuttato al Teatro Carignano di Torino e aver fatto tappa al Teatro Eliseo di Roma, il tour di Quartett toccherà nel mese di marzo altre città come Modena, Monaco di Baviera, Cremona e Lecco.
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- Titolo originale: Quartett/Le relazioni pericolose