7:19
Il messicano Jorge Michel Grau porta 7:19 alla Festa del Cinema di Roma, un disaster movie diverso dal solito.
All’interno di una manifestazione che ha come target di pubblico da raggiungere quello popolare e non di cinefili, non poteva mancare un disaster movie. Arriva così alla Festa del Cinema di Roma il nuovo film del regista messicano Jorge Michel Grau, 7:19, racconto di un terribile terremoto avvenuto a Città del Messico a metà anni Ottanta che provocò numerose vittime e ingenti danni alle strutture.
Una storia, tuttavia, portata avanti non secondo i tradizionali schemi del filone, ma con l’attenzione dell’autore spostata sulla vicenda di due persone intrappolate sotto le macerie e il loro stato d’animo in attesa dei soccorsi, un po’ sulla scia di quanto avviene in Buried – Sepolto vivo per intenderci. Il risultato è un film più che godibile e scorrevole, anche se non privo di qualche difetto dovuti ad una durata eccessiva e una staticità che alla lunga può stancare.
Città del Messico, 19 settembre 1985. In un edificio governativo sta per iniziare una giornata di lavoro come tante altre, i dipendenti timbrano il cartellino e un via vai di gente comincia a invadere l’atrio. All’improvviso una fortissima scossa di terremoto riduce il palazzo in un cumulo di macerie sotto le quali rimangono intrappolati il guardiano notturno Martin (Héctor Bonilla) e l’alto funzionario dello stato Fernando (Demiàn Bichir) al buio e con poche speranze di essere tirati fuori.
L’aspetto più affascinante di questo 7:19 dunque risiede nel fatto che il regista tenta di smontare un canovaccio ormai consolidato per cucirci sopra una storia tutta giocata sui dialoghi tra i protagonisti. Dialoghi ben scritti, intrisi di una velata vena ironica volta a smorzare la tensione e finalizzati a trasmettere lo stato di ansia e terrore che Martin e Fernando avvertono sotto le macerie e che gli impediscono qualsiasi movimento.
Per un’ora la scelta dà buoni frutti poiché la storia scivola via senza grandi intoppi, ma alla lunga la scelta di non inserire alcun elemento esterno, come ad esempio poteva essere il cellulare utilizzato nel succitato Buried, finisce per appiattire un plot reso anche un tantino pesante e faticoso da una durata eccessiva vista l’impostazione narrativa di partenza. Quella di Grau rimane comunque un’opera ben riuscita, scritta bene e senza sbavature, molto realistica nel ricostruire una situazione così drammatica e, soprattutto, con due attori, Bichir e Bonilla, bravissimi nel reggere la scena e caricarsi il film sulle spalle dall’inizio alla fine.
Consigliato per chi vuole vedere un film su disastri naturali diverso dal solito.
Dettagli
- Titolo originale: 7:19
- Regia: Jorge Michel Grau
- Anno di Uscita: 2016
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Juan Pablo Ramirez
- Produzione: Messico
- Cast: Damiàn Bichir, Héctor Bonilla, Carmen Beato, Octavio Michel, Azalia Ortiz, Oscar Serrano
- Sceneggiatura: Alberto Chimal, Jorge Michel Grau