Paolo Veronese. L’Illusione della realtà
Accolta con entusiasmo da critica e pubblico, la mostra sul grande pittore veneto del Cinquecento è la più grande dedicata a Veronese dal 1939.
Sarà aperta fino al 5 ottobre al Palazzo della Gran Guardia di Verona la mostra monografica su Paolo Caliari, detto Veronese (1528-1588), curata da Paola Marini e Bernard Aikema. Raccolti in un allestimento sobrio, 61 dipinti e 46 disegni provenienti da tutto il mondo ci ricordano lo straordinario talento del pittore nato da una famiglia di scalpellini a Verona e trasferitosi a Venezia a metà del Cinquecento, dove fu richiestissimo da prestigiosi committenti pubblici e privati.
Spiccano nel percorso espositivo Le quattro allegorie dell’Amore, della National Gallery di Londra, la Cena in Casa di Simone della Galleria Sabauda di Torino e il Convito a Casa di Levi degli Haeredes Pauli, recentemente oggetto di un restauro aperto al pubblico. L’ultima sezione della mostra è infatti dedicata alla fiorente bottega, costituita dal fratello Benedetto e dai figli Gabriele e Carletto, che continuò a lavorare dopo la morte del pittore.
Mancano, per ovvii motivi di inamovibilità, le altre grandi “cene” per cui Veronese è oggi celebre, e fra esse Cena di Emmaus del Louvre, promessa dal museo francese ma poi non concessa a causa delle condizioni di fragilità dell’opera dopo lo spostamento a Londra per un’altra esposizione sul pittore. Realizzati per i refettori dei grandi conventi, questi teleri (grandissime tele) erano spesso incastonati all’interno di architetture dipinte sulle pareti, con cui formavano talvolta un unico progetto iconografico, ed erano per Veronese il pretesto per rappresentare i fasti della società veneziana del tempo.
La mostra alla Gran Guardia è anche l’occasione per riscoprire le opere e i luoghi di Veronese in tutto il Veneto: Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto, Vicenza, Padova (dove un’altra mostra aprirà in ottobre), Treviso con la sua magnifica Villa Barbaro e soprattutto Venezia. Proprio qui si sta completando il restauro di una delle più straordinarie imprese del pittore: la decorazione della chiesa di San Sebastiano, dove l’artista è sepolto.