Arti Visive

Pagare le tasse con un’opera d’arte

Gabriella Bologna

Il Ministro rilancia la commissione che definisce le condizioni e il valore delle opere.

 

La legge esiste da più di trent’anni “ma non è stata mai attuata con convinzione” ammette il ministro dei Beni Culturali Franceschini. Nel presentare la ricostituzione della commissione che permette il pagamento, totale o parziale, delle tasse attraverso la cessione di opere d’arte il Ministro spiega che “in questo modo lo Stato adempie ad un duplice obiettivo: da un lato, in un momento di crisi, consente ai cittadini di assolvere ai propri obblighi fiscali tramite la cessione di opere d’arte, dall’altro, torna ad acquisire patrimonio storico e artistico.”

La commissione che valuta le proposte di cessione di opere d’arte come pagamento delle imposte sul reddito di persone fisiche e giuridiche e delle imposte di successione, non si riuniva dal 2010 quando, a fronte di un numero già esiguo di offerte, tra cui la collezione archeologica Macrì di Locri e l’archivio Alliata di Palermo, solo la tela di Alberto Burri Bianco e Nero, stimata circa 100.000 euro, era andata a buon fine ed è oggi esposta alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Il motivo del rilancio del Ministro è comprensibile: evitare che le opere d’arte vengano svendute per ricavare contanti per pagare le tasse e impedire che finiscano all’estero, incentivando l’acquisizione da parte dello Stato, in un momento in cui i musei italiani hanno scarse o nulle possibilità di nuovi acquisti.

Qualcosa però negli ultimi decenni non ha funzionato e il nuovo proclama di Franceschini nel ricostituire la commissione potrebbe non essere sufficiente a dare nuovo impulso alle cessioni di opere d’arte e beni immobili. Inoltre, in Italia più che all’estero, i musei hanno pochi fondi per valorizzare le proprie collezioni e molte opere non trovano adeguata collocazione negli spazi aperti ai visitatori, per non parlare del patrimonio immobiliare pubblico venduto (o svenduto) o peggio lasciato per anni senza adeguata manutenzione. In questo scenario non stupisce che il meccanismo si inceppi.

E all’estero? La Gran Bretagna è forse il paese europeo che ha più beneficiato di questo tipo di legge. Solo nell’ultima riunione della commissione incaricata di valutare le opere, sono state approvate cessioni per 45 milioni di sterline, tra cui il ritratto di Laura Moubray di John Constable e altre opere provenienti dalla collezione di Lucien Freud, nonché un’opera giovanile di Van Gogh. Alcuni beni non sono in realtà vere e proprie cessioni come corrispettivo del pagamento di tasse ma donazioni allo Stato in cambio di uno sconto sulla tassazione, secondo una normativa introdotta recentemente nel Paese. Negli anni scorsi era stata acquisita anche una tela di Francesco Guardi, Fondamenta Nuovo with the Lagoon and the Island of San Michele,  oggi all’Ashmolean Museum di Oxford.



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