Arti Visive

‘MPOSA. Intervista a Gianmarco de Martino

Gabriella Bologna

 

Si è appena conclusa una piccola mostra fotografica nel cuore di Torre Annunziata. Venti scatti del napoletano Gianmarco Gemsee de Martino e dieci di Marianeve Scognamiglio: è ‘MPOSA, un progetto fotografico dedicato a Ilaria Iodice e sostenuto da Black Door, da anni un importante realtà torrese in campo culturale e sociale. Abbiamo intervistato Gemsee, ideatore della mostra.

 

Come nasce l’idea di ‘MPOSA?

‘Mposa nasce da una mia idea, quella di rivalutare la propria terra. Tempo fa feci la stessa cosa con una mostra chiamata Spas’ (steso, come i panni stesi ad asciugare) curata da me e Ilaria Iodice, e lì fu Napoli il tema principale. Ilaria amava la sua terra, come me e più di me, e quindi dopo la sua scomparsa mi sono dedicato anima e corpo a un nuovo progetto per rivalorizzare una zona, in questo caso Torre Annunziata, città che un tempo splendeva e che invece oggi è cupa. ‘Mposa nasce per far capire ai cittadini di Torre Annunziata l’importanza della loro terra.

 

Cos’è Torre Annunziata oggi e cosa potrebbe essere in futuro?

Oggi Torre Annunziata è un reticolo di vicoli e stradine inquiete con vetrine di negozi abbandonati che hanno cartelloni ormai logorati e sbiaditi dal tempo e dal sole. Ma non è solo questo. È anche, soprattutto, voglia di rinascita come testimoniano alcune associazioni nate qui, come Black Door,  che mi ha affiancato in questo progetto e con la quale collaboro ormai da più di un anno. Torre Annunziata, pertanto, potrebbe essere in futuro quello che ciò era in passato. Sembra un pensiero nostalgico, ma in realtà credo molto nel sud e nella gente, quella positiva, che vive lì.

 

E’ difficile fotografare un luogo come Torre Annunziata?

No, non è difficile, affatto. Sarà la voglia di protagonismo che aleggia sui social e nei selfie, ma in realtà qui ho trovato una realtà molto propensa ad aiutare un giovane fotografo che altro non vuole che valorizzare le proprie radici, la propria gente, la propria terra.

 

Cosa raccontano le fotografie in mostra?

Le foto vogliono essere un elenco di quanto bene ci sia intorno, descrivere la bellezza di alcuni paesaggi. Vogliono essere un promemoria di quello che si ha. Di solito si dice che si capisce il valore di qualcosa soltanto quando la si perde, forse è così, ma in realtà ‘MPOSA vuole essere un campanello. Ci sono luoghi, viste magnifiche che non tutte le città del mondo possono vantare e pure, forse assuefatti da tali note nella vita quotidiana, tendiamo a perdere di vista, non le consideriamo più.

 

Quali sono le realtà coinvolte in questo progetto?

Le realtà coinvolte sono Black Door, molto più di un solo gruppo di persone  impegnate nell’organizzazione di eventi, che ha abbracciato ‘MPOSA dall’elaborazione del logo fino all’allestimento, e il Forum Dei Giovani di Torre Annunziata che è stato davvero importante al nostro scopo.

 

 

 



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