I Licei Coreutici fanno cultura: il caso di Reggio Emilia, un ponte tra danza e scuola
Cosa succede quando la danza va a scuola? Dopo essere stata introdotta nel sistema universitario la danza è arrivata anche nella scuola pubblica. Le tappe legislative di questo percorso sono state rispettivamente la riforma introdotta dalla Legge n. 508/1999 che segna un passaggio importantissimo per gli enti di formazione artistica, musicale e coreutica che da questo momento in poi, saranno denominati istituti di Alta Formazione artistica e musicale (AFAM), in virtù della equipollenza tra i titoli di studio da essi rilasciati e i titoli di studio universitari, e, in secondo luogo, l’attivazione in via sperimentale, tramite D.P.R. n.89/2010, del Liceo musicale e coreutico la cui sezione è oggi ormai definitivamente attivata in molti istituti liceali italiani. In tal modo la musica e la danza vengono identificate come parte attiva non solo del sistema universitario ma anche di quello scolastico. Assumendo il ruolo effettivo di disciplina scolastica la danza ha assunto anche il compito di formare lo studente liceale a livello ‘culturale’, laddove per cultura si intende intelletto, morale, educazione. In generale, nelle arti performative rientra sempre più spesso il concetto di ‘comunità educante’ ed esse rivestono in vari contesti un ruolo di mediazione culturale tra arte e benessere psico-fisico, territorio, scuola, istituzioni.
Dopo oltre dieci anni dalla loro attivazione, i Licei Coreutici hanno sicuramente colmato una lacuna, quella delle discipline artistiche, musicali e coreutiche, presente nel nostro sistema d’istruzione. Tuttavia, ancora oggi, vengono scambiati per una sorta di ‘succursale’ delle accademie professionali di danza. L’obiettivo ultimo del liceo coreutico, la sua ragion d’essere, non è formare danzatori professionisti bensì dare ai suoi studenti gli strumenti necessari per poterlo diventare dopo un’adeguata formazione superiore post-diploma (universitaria, accademica ecc..). Allo stesso modo il Liceo Coreutico potrà diplomare non già medici, giuristi, economisti, psicologi, ingegneri e altri professionisti intellettuali bensì studenti che possederanno strumenti in grado da far loro affrontare percorsi universitari come Medicina, Giurisprudenza, Economia, Psicologia e Ingegneria e altre facoltà dai più considerate ‘normali’.
Senza sapere che potrebbe anche essere ‘normale’ dare la possibilità ad uno studente liceale di poter ‘scegliere’ quale sua personale inclinazione naturale (più o meno artistica) coltivare, valorizzare, professionalizzare.
L’intento del legislatore, con l’introduzione della danza nella scuola pubblica e nell’università non era solo quello di promuovere le discipline coreutiche ma anche quello di evidenziarne la connessione con le altre discipline scolastiche ‘tradizionali’ in modo tale da raggiungere un duplice obbiettivo: da un lato la valorizzazione di studenti con eccellenti qualità artistiche; dall’altro coniugare l’aspetto pratico ed espressivo della disciplina con quello teorico e analitico per indirizzare gli studenti verso altre competenze coreutiche non prettamente tecniche ed interpretative. In altre parole, la danza cessa di essere il fine (meramente performativo) della formazione e diviene il ‘mezzo’ per delineare la conoscenza e la cultura dei nostri giovani, facendosi veicolo culturale dell’intera comunità educante ed educata.
In particolare, il Liceo Coreutico Matilde di Canossa di Reggio Emilia, unico istituto statale in tutta la regione Emilia Romagna che accoglie e valorizza la cultura per l’arte della danza nel sistema scolastico, si sta distinguendo nel confermare la sua natura di promotore culturale e la sua capacità di connettere scuola e territorio. Un esempio in tal senso sono i due prossimi appuntamenti del liceo che ben chiariscono la sua presenza in una città che resta, da ormai oltre quarant’anni, conosciuta (purtroppo solo dagli addetti ai lavori) come la ‘città della danza’. Crocevia e punto di riferimento per interpreti, coreografi e progetti aventi ad oggetto l’arte della danza, Reggio Emilia deve questa sua peculiarità soprattutto alla presenza nel capoluogo emiliano della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto e di svariate realtà private di produzione, formazione e distribuzione coreutica.
Oggi 30 novembre alle ore 20.30 presso il Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia il Liceo Coreutico Matilde di Canossa conclude la giornata di apertura degli Stati generali degli adolescenti e dei giovani” con lo spettacolo interdisciplinare UNICI E MOLTEPLICI. Segni di parole, danza e musica portando la sua danza tra le tavole rotonde, i convegni e i seminari del progetto (organizzato dal Comune di Reggio Emilia – Servizio Officina Educativa, Uoc Partecipazione Giovanile e Benessere, con il sostegno della Regione Emilia Romagna nell’ambito del progetto Giovani Evoluti e Consapevoli)“Generazione Zeta! costruiamo il futuro. Stati generali degli adolescenti e dei giovani”, avente l’adolescenza come topos comune per indagare barriere e fragilità dei nuovi giovani e, soprattutto, della loro condizione post-pandemia. Laddove gli adolescenti restano spesso chiusi in loro stessi, muti, la danza, arte ‘muta’ (solo apparentemente) per eccellenza, abbatte queste barriere dando voce al corpo e al cuore dei nostri giovani. La danza, proprio per la sua caratteristica distanza dalle parole, appare spesso, proprio come i nostri adolescenti, criptica e di non facile comprensione, e quindi necessita di segni esplicativi, parole e musica. Proprio per questo le coreografie viaggiano su un unico filo di coesione e comunicano tra loro attraverso una conduzione teatrale articolata in vere e proprie ‘cerniere’ di musica, arte e parole. Ciò a dimostrazione del fatto che le competenze che compongono il tessuto di UNICI E MOLTEPLICI. Segni di parole danza e musica non sono solamente coreutiche, bensì plurime e trasversali; lo spettacolo risponde all’esigenza di coesione tra corpi, arti ed emozioni coinvolgendo anche allievi dell’istituto liceale appartenenti ad altri indirizzi di studio differenti da quello coreutico che hanno dato il loro contributo artistico attraverso linguaggi differenti.
Il Liceo prosegue giovedì 1 e venerdì 2 dicembre, alle ore 20, negli spazi della Fonderia, sede della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, il Liceo Coreutico ‘Matilde di Canossa’ di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, e presenta la seconda edizione di Gala Performances, la rassegna che invita le scuole di danza del territorio a partecipare ad una serata all’insegna della danza e della solidarietà. L’incasso della serata sarà devoluto all’associazione senza scopo di lucro GRADE Onlus (Gruppo Amici dell’Ematologia). Si tratta di un altro evento importante che testimonia quanto il liceo lavori sui rapporti con il territorio anche a livello più periferico. Se la prima edizione di Gala Performances era stata pensata per esprimere un senso di rinascita dopo il triste periodo di chiusura della pandemia e la ripresa delle attività dello spettacolo dal vivo, la seconda vuole confermare questo appuntamento e portare avanti quella tradizione di promozione della danza che da sempre caratterizza la città di Reggio Emilia. Altro focus del gala è, infatti, proprio quello di non porsi come un competitor nei confronti delle scuole di danza private presenti sul territorio ma, al contrario, di rinsaldare il concetto di rete, una rete ‘per’ la danza, all’interno di una comunità educante dove l’arte unisca e viva attraverso il dialogo tra istituzioni pubbliche e private.
In entrambi gli eventi hanno collaborato i docenti del liceo coreutico ma anche esperti esterni tra i quali spicca la conduzione regista del M° Arturo Cannistrà, regista coreografo e responsabile dei progetti speciali FND/Aterballetto e FNASD-Leggere per Ballare.
Si tratta sicuramente di due momenti esplicativi della ratio di questi licei, solo in apparenza, ‘speciali’ (la presenza nei piani di studio ministeriali delle discipline artistiche musicali e coreutiche non dovrebbe rappresentare una specialità ma, anzi, un plusvalore) che esulano dalla dimensione performativa fine a se stessa e che ben esplicitano le intenzioni del legislatore alla luce delle due riforme sopracitate per cui la danza, e l’arte in generale, non può prescindere dall’educazione dei nostri giovani.