La commedia nell’arte. Maccari, inediti e rari.
Palazzo Mediceo, Serravezza (LU), 6 Luglio – 8 Settembre
La doverosa premessa, sia che ci si accosti per la prima volta alla produzione di Maccari sia che si voglia approfondire la sua opera grazie all’esposizione di inediti e realizzazioni poco conosciute, esposte per la prima volta nelle sale del Palazzo Mediceo a Seravezza fino all’8 settembre, è che quella del pittore senese si connota come un’arte che rifugge da semplificazioni grossolane, nonostante l’immediatezza dei messaggi di cui si fa portatrice. La ricca esposizione raccoglie preziose testimonianze della sua produzione sia pittorica che grafica, dagli anni Venti fino agli inizi degli anni Settanta, e dà l’opportunità al visitatore di accostarsi a questo artista in maniera completa ed esaustiva.
La scelta espositiva dei curatori consiste nel disporre le opere in ordine non cronologico portando in questo modo in evidenza come lo stile di Maccari rimanga sostanzialmente coerente e riconoscibile attraverso gli anni, nonostante il suo linguaggio pittorico sia ricco di influenze e richiami a grandi artisti a lui contemporanei o di poco antecedenti.
E colpisce notare, nei suoi dipinti, echi di Modigliani e di Chagall ma anche richiami a Monet, per la scelta coloristica di certe opere, chiaro segno che la pittura di Maccari, pur ponendosi come pittura popolare, non diventa mai pittura provinciale, chiusa o isolata dalla scena artistica a lui contemporanea, ma si connota a tutti gli effetti come arte aperta, viva, che aspira ad assumere respiro internazionale.
L’esposizione mette bene in evidenza quanto il disegno sia il punto di forza del pittore senese il cui stile grafico sa essere ora tagliente ed incisivo ora sfumato e lineare. Ma, allo stesso tempo, fa capire come Maccari sia un artista a tutto tondo, completo. Perché, accanto all’indubbia abilità disegnativa, dimostra una grandissima attenzione per l’elemento coloristico, esibendo una tavolozza pressoché infinita che va dai colori di terra, ai rosa delicatissimi, fino ad arrivare agli azzurri che invadono certi suoi dipinti. E se non emerge divario qualitativo tra la sua produzione grafica e quella pittorica, allo stesso tempo, non si nota diversità di accuratezza tra la realizzazione di scene satiriche e dichiaratamente polemiche (quando non esplicitamente politiche) e quelle intime, familiari, che appaiono profuse di una dolcezza e semplicità quasi commoventi.
La mostra, infine, dedica una sala anche alla proiezione di video in cui si ha l’opportunità di osservare Maccari al lavoro, testimonianza sempre molto interessante perché permette al visitatore di comprendere fino in fondo il metodo con cui l’artista realizza le sue opere e di poterlo valutare in rapporto al risultato finale in maniera immediata e ravvicinata.