Il profondo nord di Peder Balke alla National Gallery di Londra
Ha raffigurato Capo Nord, aurore boreali e le gelide coste dei paesi scandinavi con la passione di chi ama la pittura ma soprattutto è affascinato dalla natura selvaggia e incontaminata. Dopo gli studi d’arte a Christiania (oggi Oslo), Stoccolma e Dresda, negli anni ’30 dell’Ottocento Balke si dedicò alla pittura di paesaggi nordici, una passione che lo accompagnò per tutta la vita anche dopo aver abbandonato la carriera di artista a causa degli scarsi guadagni.
Nel 1832 fu tra i primissimi artisti a spingersi fino a Capo Nord, dove vide paesaggi incontaminati che lo colpirono profondamente: ”la penna non può descrivere le impressioni travolgenti che le bellezze della natura e dei luoghi hanno impresso nell’occhio e nella mente” scrive nelle sue memorie, “un’impressione che non solo mi ha catturato in quel momento ma ha avuto un’influenza significativa in tutta la mia vita perché non ho mai avuto l’opportunità di contemplare, nè in un paese straniero, nè in altri luoghi del mio paese, qualcosa più impressionante e stimolante di ciò che ho visto durante questo viaggio.”
Sebbene le scene montuose e costiere siano i suoi soggetti più numerosi e noti, non mancano di una certa convenzionalità, mentre pionieristica appare la sua opera in bianco e nero, dove la pittura a olio diventa quasi astratta nella rappresentazione stilizzata delle aurore boreali su piccolissime tavolette.
Le opinioni su Balke sono oggi discordanti. Se è indubbia la sua importanza nel panorama della pittura norvegese dell’Ottocento, non è forse all’altezza di una mostra monografica alla National Gallery di Londra. Considerato dal curatore come una “riscoperta” dopo oltre un secolo di oblio, che merita il suo posto nel panorama dell’arte internazionale, forse Balke non è migliore di tanti altri artisti europei che non hanno avuto la fortuna di approdare sulla grande scena di Trafalgar Square.