Il Museo del Novecento di Milano compie cinque anni
Festeggia i suoi primi cinque anni di vita il Museo del Novecento di Milano, nato nel 2010 nella sede dell’Arengario a Piazza Duomo, completamente rinnovata su progetto di Italo Rota con la collaborazione di Fabio Fornasari.
Il museo, con i suoi 4mila metri quadri di superficie e 400 opere esposte, ha sempre puntato sulla qualità delle mostre e dell’allestimento. Qui si trovano capolavori del calibro de Il Quarto Stato di Pellizza Da Volpedo e una delle più importanti collezioni italiane d’arte futurista, e dalla sua apertura le raccolte sono state incrementate con lasciti e donazioni di centiniaia di opere del Novecento italiano e straniero.
Per il suo compleanno il museo propone domani 6 dicembre una giornata a ingresso gratuito a tutti i visitatori e ha lanciato la campagna «Novecento in un dettaglio», in collaborazione con «la Lettura» del Corriere della Sera. L’obbiettivo è riscoprire i capolavori della collezione attraverso un invito al pubblico: condividere sui social i propri scatti fotografici al museo con gli hashtag #Museodel900 e #caccialdettaglio. Il programma della giornata prevede anche visite guidate per adulti e bambini, concerti e l’inaugurazione di tre mostre: «Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo», «Licalbe Steiner, grafici partigiani» e «milanopiazzaduomo» alla scoperta della fotografia di Gabriele Basilico e Marina Ballo Charmet.
Il Direttore Claudio Salsi, succeduto a Marina Pugliese che ha guidato il museo dalla nascita fino allo scorso anno, non ha dubbi: il bilancio dei primi cinque anni di vita è positivo, con oltre un milione e 700mila visitatori. E guarda anche al futuro: fare sistema con Palazzo Reale e il Castello Sforzesco, trovare nuovi sostenitori e spazi adeguati per le mostre temporanee. Alcuni progetti sono già avviati. Le sale del piano terra che collegano il museo al Palazzo Reale saranno destinate a spazio espositivo permanente per le esposizioni temporanee, sganciato dal percorso museale, per creare mostre di approfondimento in dialogo con la collezione museale.
Domani sarà l’occasione per vedere, o rivedere il museo, e godersi la vista del Duomo dalle grandi vetrate dell’ultimo piano sotto i neon di Lucio Fontana.