Dante, nostro contemporaneo nel viaggio stereofonico a puntate di Francesca Fini
Dante Alighieri è approdato nel mondo del podcast. A settecento anni dalla morte il Sommo Poeta ha superato l’ultima barriera fisica posta dalla pandemia per arrivare a puntate direttamente sui nostri cellulari e su Alexa. Del resto, il suo illustre collega Giovanni Boccaccio si servì della condizione della peste per comporre la più celebre raccolta di novelle della storia della letteratura italiana.
L’attuale emergenza sanitaria, che di fatto ha costretto da più di anno alla chiusura di teatri, cinema e musei, sta dando sempre più spazio al digitale, passando attraverso proposte numerosissime, che coinvolgono anche i performance artist, che usano il linguaggio e gli strumenti della rete alla ricerca di un’arte basata sulla smaterializzazione del corpo e l’interazione con il pubblico attraverso i nuovi strumenti della tecnologia. Tra questi Francesca Fini, menzionata di recente anche dalla Treccani tra gli esponenti più significativi della cyber-performance, che ha ideato, sceneggiato e diretto il progetto “Radio Dante – Un viaggio stereofonico nei versi del vate fiorentino” su commissione dell’Istituto italiano di Cultura di Tirana, organismo ufficiale che ha come obiettivo quello di promuovere e di diffondere la lingua e la cultura italiana in Albania. E chi meglio del padre della nostra lingua poteva farsi veicolo di conoscenza della nostra cultura nazionale? Il viaggio si articola in 21 episodi tratti dalle Rime e la Vita Nuova, in onda ogni lunedì sull’emittente bilingue Radio Mi dal 15 febbraio scorso fino al 26 aprile, con due episodi trasmessi alle 11.00 (replica alle 13.00) e alle 16.00 (replica alle 18.00) riascoltabili sul player di radio-dante.com e su Spotify.
I testi scelti – tra cui spiccano i sonetti Guido io vorrei che tu Lapo ed io e Tanto gentile e tanto onesta pare, ma anche la canzone Donne ch’avete intelletto d’Amore – ci restituiscono un profilo piuttosto completo dell’universo letterario dantesco, partendo dalle origini stilnoviste, condivise con Guido Cavalcanti e incentrate sulle tematiche dell’amicizia e dell’amore platonico, fino ad arrivare alla prefigurazione di quel mondo spirituale e dottrinario che troverà la sua massima espressione nella Commedia. Non mancano incursioni nel filone comico-realistico delle “tenzoni” che il poeta intrattenne con Forese Donati.
Il lavoro proposto affonda le radici nella tradizione delle lecturae Dantis, inaugurate proprio da Boccaccio per la prima volta nel 1373, che prevedevano un momento di declamazione dei versi ed uno esegetico. Tradizione che, in epoca contemporanea, si è andata evolvendo verso vere e proprie performance di carattere teatrale, tra cui le più celebri quelle di Vittorio Gassman, di Carmelo Bene, di Vittorio Sermonti e di Roberto Benigni. Nella trasposizione radiofonica di Francesca Fini sono presenti entrambi i momenti, con le letture affidate alle eleganti interpretazioni di Daniela Cavallini e Daniele Sirotti e le parafrasi curate dalla stessa Fini e dal giovane filologo Emanuele Di Silvestro.
La novità, oltre che nel formato smart che lo rende particolarmente adatto ad un uso didattico, sta nella particolare sceneggiatura sonora ideata dalla regista e realizzata insieme a Boris Riccardo D’Agostino. Alle atmosfere da corte medievale, ricreate attraverso raffinate cornici musicali introduttive, si alterna infatti un controcanto fatto di cellulari che squillano, rumori di strade trafficate e automobili in fuga dalla polizia, locali notturni, treni in partenza e persino astronavi spaziali, come se la “selva oscura”, allegoria dello smarrimento interiore del poeta nella Commedia, si fosse trasferita in una moderna metropoli. Per un Dante contemporaneo e “on the road” che non perde in bellezza, ma si fa più vicino alle inquietudini del tempo presente.