Arti Performative

Alfredo Arias – Circo Equestre Sgueglia

Marcella Santomassimo

Dal Napoli Teatro Festival al Teatro Argentina di Roma, la produzione del regista franco-argentino Alfredo Arias porta in scena i colori, le passioni, le inezie di un’umanità emarginata, affrescata da Raffaele Viviani.

Non tutti sanno che nel 1917, in seguito alla disfatta di Caporetto, il governo Salandra ordinò che i teatri di varietà del paese venissero smantellati. Fu così che Raffaele Viviani da autore di varietà divenne autore di prosa per necessità, d’arte e di sopravvivenza, trasformando i numeri in atti, trascinando con sé le macchiette, i personaggi, le musiche e i versi di quell’ormai lontano teatro di varietà che grazie a lui sopravvisse, in qualche modo, alla censura.

Agli anni successivi, esattamente al 1922, risale Circo Equestre Sgueglia, capolavoro di fantasia e di miseria che l’istrionico regista franco-argentino Alfredo Arias ha voluto far tornare sulle scene. Ed è così che il magico tendone del Circo Equestre Sgueglia, dopo il debutto al Napoli Teatro Festival, per il cui circuito era stato concepito, arriva al Teatro Argentina di Roma portando con sé i colori, le passioni, le inezie di un’umanità emarginata.

A narrarci la vicenda intervallando la musica alla prosa è Mauro di Gioia abbigliato da dandy in frac. Difficile, forse, districarsi senza il suo aiuto tra la confusione che fanno le anime buone e dannate del circo. Nella carovana di destra Don Ciccio, il proprietario del circo, con sua moglie e la sua giovane figlia Nicolina; nella carovana di sinistra Don Roberto, il guappo del circo, e la sua devota moglie Zenobia. Ubicati in altre povere e precarie abitazioni, che non abbiamo modo di vedere sulla scena, Don Samuele, il triste re della risata con la sua indisciplinata moglie Giannina, innamorata e ricambiata da un giovane circense della compagnia detto “il toscano”; e Bagonghi con sua moglie Bettina, la velenosa donna serpente, che con la sua lingua biforcuta porta ancora più scompiglio ai già precari equilibri delle famiglie. Al centro del palcoscenico tende rosse come sipari rappresentano lo spazio del circo, di quel palcoscenico dove esibirsi equivale ad avere un pasto sicuro. Samuele purtroppo i suoi maccheroni non riesce a mangiarli: sua moglie lo trascura, lo tradisce e abbandona. Amaro invece è il piatto di Zenobia, donna maltrattata e umiliata dal marito che continua ad amare illudendosi che i suoi schiaffi, le sue violenze siano dettate da eccessivo amore.

Un affresco coniugale, quello di Viviani, che ci coglie particolarmente sensibili e sensibilizzati. Samuele e Zenobia, due miserabili, due emarginati, personaggi tanto amati dal suo autore, saranno i soli a rincontrarsi dopo il fallimento del  circo, in seguito alla fuga del toscano e di Giannina e della caduta da cavallo di Zenobia, immolatasi per fame, per paura che la mancanza del numero circense della fuggiasca potesse negare a tutti quel piatto di maccheroni tanto agognato; una mozzarella, come sogna donna Bettina. Dopo essersi divisi un pezzo di pane, guadagno di Samuele, i due si lasciano, insieme, di spalle, lentamente. Anche in sala qualcuno ci ha abbandonato, dalla prima fila una coppia di anziani si alza e s’incammina a fatica verso l’uscita, un’immagine speculare di uno stato sospeso tra teatro e vita.

Si rimedia al dialetto con sottotitoli posti su, in alto sul palcoscenico, dove il sipario dipinto, raffigurante uno scorcio di Napoli, che ci aveva accolto all’inizio, si è ritirato e nascosto e che rivedremo solo sul finale quando farà da sfondo all’incontro tra Samuele e Zenobia. Il Circo di Arias non tradisce le aspettative, riempie gli occhi, a tratti anche il cuore, ha ritmo ma non esplode, non regala tutto ciò che avrebbe potenzialmente potuto donare, nonostante l’ottima capacità di molti degli attori nel riuscire a ricreare quel dualismo insito nella prosa di Viviani che si divide tra punte di ironia e punte di amara realtà.

Il varietà è come un circo equestre, il pubblico, allo stesso modo dei cavalli va domato.” Ma per questa sera pare fosse già addomesticatosi da sé. 


Dettagli

  • Titolo originale: Circo Equestre Sgueglia

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti