Cinema Festival Roma Film Festival 2013

Acre

Roberta Iadevaia

Il dramma del fallimento delle relazioni amorose è scandagliato dal regista Kiarash Asadizadeh nel suo film d’esordio presentato al Festival di Roma.

Sono anni ormai che si guarda con grande interesse alla cinematografia iraniana, grazie al lavoro di grandi maestri come Jafar Panahi, Amir Naderi (quest’ultimo anche giurato al Festival di Roma) e Ashgar Farhadi – il cui successo planetario di Una separazione ha contribuito a sdoganare ad un pubblico ampio la produzione cinematografica dell’area dell’antica Persia – hanno infatti fatto da testa di ponte per tutta una serie di epigoni che hanno realizzato prodotti chi più chi meno degni di un certo interesse. Tra questi c’è anche l’esordiente Kiarash Asadizadeh, classe ’81, che ha presentato in concorso al Festival di Roma Acrid.

Il film intende scandagliare le relazioni amorose che si innescano tra una serie di coppie, secondo un percorso circolare, andandone ad analizzare le distanze, le incomprensioni, i tradimenti, e tutte quelle piccole falle che rendono poco idilliaca l’unione di due persone. E così si va dalla coppia di mezza età Soheila e Jalal, messa a dura prova dall’infedeltà di lui, alla segretaria dello studio di Jalal e Khosro, anche loro in crisi e con due figli a carico, e così via, in una circolarità che è poi anche la circolarità dell’archetipo della separazione amorosa.

Il film è girato alla maniera classica iraniana, con un ritmo dimesso ma non per questo lento, giocando molto sull’emotività e analizzando più che le azioni gli stati d’animo dei personaggi e delle loro contraddizioni, e dandoci un’immagine più occidentale di quanto pensiamo di quell’area.

Il problema di fondo di questo film è proprio questo in realtà: non si tratta di un film brutto, ma – e forse per certi versi è ancora più grave – si tratta di un film inutile, che non aggiunge niente a quanto già è stato mostrato e detto da altri registi di quell’area geografica, rendendolo così un esercizio di stile piacevole ma fine a se stesso. Meglio osare ed eventualmente fallire oppure mantenersi in uno standard qualitativo che però non svetta? Questa domanda non ha una risposta, perché dipende dal punto di vista con cui la si interpreta, nel caso di Acrid però il regista ha scelto questa seconda strada, rendendolo così insufficiente messo a paragone con gli altri film del concorso visti finora.


Dettagli

  • Titolo originale: Gass
  • Regia: Kiarash Asadizadeh
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Majid Gorjan
  • Musiche: Ankido Darash
  • Produzione: Iran
  • Cast: Roya Javidnia, Ehsan Amani, Pantea Panahiha, Saber Abar
  • Sceneggiatura: Kiarash Asadizadeh

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