Arti Visive

Bansky colpisce ancora e si ispira a Les Misérables

Gabriella Bologna

 

E’ apparso due giorni fa davanti all’Ambasciata francese a Knightsbridge, Londra, il nuovo murale di Bansky, e come sempre ha subito fatto discutere.

Il celebre street artist inglese questa volta punta il dito sulla politica del governo francese (e più in generale dei paesi europei) in fatto di immigrazione. E lo fa riproducendo Cosette, uno dei personaggi de Les Misérables di Victor Hugo, investita da gas lacrimogeno. L’aggiunta, per la prima volta nei lavori dell’artista, di un QR code che rimanda a un video di un raid della polizia tra i migranti a Calais avvenuto il 5 gennaio scorso, non lascia adito a dubbi sull’obbiettivo dell’artista: denunciare l’uso di gas lacrimogeni (smentito dalla polizia ma apparentemente confermato dal video) sui rifugiati accampati nella località francese in attesa di riuscire a raggiungere il Regno Unito.

Non è la prima volta che Bansky si occupa della crisi dei rifugiati e probabilmente non sarà l’ultima: un murale raffigurante Steve Jobs, che aveva padre siriano, era apparso proprio a Calais nelle scorse settimane, mentre accanto all’ufficio immigrazione di Londra c’è una versione de “La zattera della medusa” raffigurante un tragico naufragio, ispirata a un notissimo dipinto del pittore ottocentesco Théodore Géricault.

Nel celebre romanzo di Hugo Cosette è una bambina sfruttata e ridotta in schiavitù da una coppia a cui è stata affidata dalla madre e successivamente è costretta a fuggire dalla polizia e a rifugiarsi in un convento. Il nesso con gli eventi di oggi è evidente e nel murale di Bansky Cosette piange, e non solo a causa dei gas lacrimogeni. Da personaggio letterario diventa simbolo al tempo stesso dei rifugiati e di una Francia in cui gli ideali LibertéÉgalitéFraternité sono schiacciati dalla politica dei governanti: una bandiera francese strappata campeggia dietro la bambina.

Nei suoi pochi giorni di vita questo murale ha già subito un tentativo di furto e un’operazione di copertura, poi rimossa. E segna l’inizio della sua storia, simile a quelle di molte altre opere dell’artista: dà fastidio e vale un sacco di soldi, ma non può essere sottratto al dibattito pubblico.

 



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