Arti Visive

Aspettando la Biennale Arte

Gabriella Bologna

A pochi giorni dall’annuncio che sarà Vincenzo Trione il curatore del Padiglione Italia alla 56esima Biennale Arte di Venezia, si apre il dibattito sul suo progetto, ancora non divulgato ma già annunciato con il titolo “Codice Italia”

Erano otto i progetti espositivi presentati per il Padiglione Italia della prossima Biennale Arte che si aprirà a Venezia a maggio 2015, ed è stato quello di Vincenzo Trione a spuntarla. La selezione, voluta dal Ministro Franceschini come “scouting” riservato a dieci personalità di elevata competenza e professionalità sotto i 50 anni, era l’occasione per immettere energie nuove e più attenzione alle recenti ricerche creative in un padiglione che negli ultimi tempi non è purtroppo riuscito a distinguersi. 

Nato a Sarno nel 1972, Trione è curatore, critico e docente di Arte e nuovi media e di Storia dell’arte contemporanea all’Università IULM di Milano con un ottimo curriculum: commissario della XIV edizione della Quadriennale di Roma nel 2003,  Direttore generale di “Valencia 09-Confines. Passajes de lasartescontemporaneas”, curatore di mostre come “El siglo de Giorgio de Chirico” presso l’IVAM di Valencia nel 2007, “Salvador Dalí” nel 2010 e “Alberto Savinio” nel 2011 entrambe a Palazzo Reale di Milano, e “Post-classici” al Foro romano e al Palatino di Roma nel 2013. 

 Cosa ci sarà nel padiglione Italia della prossima Biennale di Venezia è ancora top secret, ma Trione ha fornito alcune anticipazioni alla stampa. “La mostra è un tentativo di ragionare sull’identità italiana, di riscoprire quello che definirei il Codice Italia” ha dichiarato ad Artribune, “gli artisti invitati saranno fra i dieci e i dodici, di diversissime generazioni: ci saranno maestri ormai storicizzati degli anni Settanta, e ci saranno artisti oggi ventenni. Tematicamente, l’approccio si muoverà nell’area fra memoria e attualità: ma la ricerca sarà quella di individuare un punto di vista puntuale ed identitario, uno stile dell’arte italiana, senza cedere a descrizioni fenomenologiche, come è accaduto in altre edizioni della Biennale”.

Il curatore punta su 12 o 13 artisti ufficiali per un progetto che “ruota intorno all’idea di individuare lo stile italiano, individuare dagli anni ’70 ad oggi, con fortissima attenzione all’oggi, quelle personalità che hanno puntato a creare opere d’arte sorrette da cura e frequentazione con la storia dell’arte, con il percorso dell’arte, certo non in chiave reazionaria” (Adnkronos).

L’idea di una riflessione sull’identità italiana e del confronto generazionale non sembra certo una novità, ma tutto dipende da come verrà sviluppata. I tempi sono brevi, e c’è molto lavoro da fare.



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