Vetrina. “Leggere è un rischio”
Una raccolta di saggi di Alfonso Berardinelli edita da Nottetempo
Alfonso Berardinelli è un noto saggista e critico letterario italiano che scrive per alcune importanti testate giornalistiche e di cui, recentemente, “Nottetempo” ha raccolto quattro scritti in un libricino dal titolo Leggere è un rischio. Trovando delineati, nei primi due saggi, i rischi che derivano dal leggere, uno dei quali è un errato esercizio della critica, mi trovo personalmente a temere la stesura di questo breve scritto, non foss’altro per il fatto che rappresenta l’aspetto performativo di quanto illustrato teoricamente da Berardinelli.
Nei quattro saggi contenuti in questo piccolo, ma prezioso, volume – I rischi della lettura, Lettera a un giovane che spera e teme di diventare un critico, I poeti e il rischio di essere letti, Caproni e il lettore impaziente – si parla infatti dell’importanza della lettura, ma soprattutto della centralità della figura del lettore, il quale, non soltanto agente passivo dell’opera letteraria, è il soggetto che dà vita all’opera attraverso la sua interpretazione e la sua critica. Sì perché, in fondo, dice Berardinelli, quella del critico non è un’attività elitaria, ma democraticamente esercitabile: non serve essere forti lettori, basta aver vissuto, essersi confrontati con l’Altro ed essersi trovati qualche volta a dover dare forma al “disagio” di non apprezzare una cosa. “Per un critico è impostante essere iconoclasta. Demolire i falsi idoli libera la mente e la prepara ad apprezzare il meglio”.
Qual è dunque il rischio della lettura? Senza dubbio lo sviluppo dello spirito critico, il quale ci rende individui e ci allontana dalla massa (e forse qui ci sta una strizzatina d’occhio a Fahrenheit 451). Ma qual è il presupposto di una “buona” lettura?
Dice Berardinelli che il vero critico “è un critico della vita attraverso la letteratura e un critico della letteratura attraverso la vita”. Il suo quindi non è altro che un invito a non perdere il contatto tra il mondo del libro e quello reale: l’esperienza della lettura deve essere un’esperienza del mondo filtrata attraverso un altro sguardo, un’esperienza non necessariamente strutturata da una metodologia, bensì ancorata al vissuto.
Seguono due brevi saggi, due esercizi di critica, che dimostrano il significato di leggere tenendo a mente la Vita. Magistrale e forse anche ironico quello su Caproni, poeta della rimozione, che se da un lato scrive:
Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa
(Concessione)
dall’altro sviluppa un equivalente metodo di critica “Tu prendi un libri, apri alla prima pagina e leggi le prime parole. Poi vai all’ultima pagina e prendi le ultime. Se stanno bene insieme il libro è bello, se non stanno bene, il libro è brutto”.
- Genere: Saggistica