Cinema

In Sala. La Isla Minima

Vincenzo De Divitiis

Pluri-premiato in Spagna, il thriller andaluso di Alberto Rodrìguez esce in Italia per conquistare le nostre platee.

È opinione comune e condivisibile che per giudicare un film, e più generale un’opera d’arte, la quantità di premi non è un criterio assoluto e sempre credibile in quanto ci si trova difronte a prodotti soggetti all’emotività e ai gusti di ognuno di noi. Ci sono tuttavia piacevoli eccezioni, come nel caso de La Isla Minima di Alberto Rodrìguez che, dopo aver conquistato ben dieci premi Goya nel 2014, approda sugli schermi italiani con colpevole ritardo – cosa ormai divenuta una triste abitudine – imponendosi all’attenzione di tutti come una delle migliori opere di questo periodo.

L’enorme sfilza di premi, infatti, sembra essere del tutto meritata per questo thriller spagnolo ben diretto che ha il grande pregio di contaminare e miscelare come meglio non si potrebbe il linguaggio da cinema di genere con una vena drammatica che parte da ogni singolo personaggio per poi arrivare ad un ampio affresco della Spagna di inizio anni Ottanta, quella del periodo immediatamente successivo alla caduta della dittatura di Franco.

Profondo sud della Spagna, 1980. Una misteriosa sparizione di due giovani sorelle sconvolge un tranquillo paese di campagna e per far luce sui fatti i genitori delle due ragazze convocano da Madrid due ispettori della squadra omicidi, Juan (Javier Gutiérrez) e Pedro (Raul Arévalo), i quali a poco a poco scopriranno che nella zona agisce un serial killer da un po’ di tempo responsabile di altri crimini. Le indagini proseguono non senza però incontrare grossi ostacoli di diversa natura.

La Isla Minima fa leva su una sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme ad Rafael Cobos, perfetta per quelle che sono le dinamiche di un thriller, ossia il plot ha una prima parte che lascerebbe pensare a una storia semplice e lineare per diventare con il passare dei minuti sempre più ingarbugliato, dando corpo ad un immenso puzzle i cui pezzi trovano sempre la propria giusta collocazione e non si disperdono mai in incongruenze e situazioni poco funzionali allo svolgimento dell’intreccio. Oltre ad una così grande attenzione per la detection, Rodrìguez indovina anche l’ambientazione con la regione dell’Andalusia assoluta protagonista grazie alle sue immense e desolate distese di campagna, rassicuranti di giorno ma inquietanti di notte.

Caratteristiche ravvisabili anche nei suoi abitanti il cui carattere all’apparenza accogliente si trasforma in ispido e scontroso con lo scopo di ostacolare le indagini dei due ispettori (straordinarie le prove del duo Arèvalo – Gutiérrez), anch’essi l’uno l’opposto dell’altro in quanto a metodi e idee riguardo la democrazia che in Spagna prende piede proprio in quegli anni dopo anni di dittatura. La Isla Minima, in conclusione, è un’opera dal buon ritmo, ben calata nell’epoca in cui è ambientata e mai pretenziosa, cosa mai scontata in questi casi.


Dettagli

  • Titolo originale: La Isla Minima
  • Regia: Alberto Rodrìguez
  • Fotografia: Alex Catalán
  • Musiche: Julio de la Rosa
  • Cast: Javier Gutiérrez, Raúl Arévalo, María Varod, Antonio de la Torre
  • Sceneggiatura: Alberto Rodrìguez, Rafael Cobos

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