“Miracoli Metropolitani”: il manifesto politico di Carrozzeria Orfeo sul “denutrimento” sociale
Miracoli Metropolitani è uno spettacolo dal sapore cinematografico di Carrozzerie Orfeo che dopo l’esistenzialismo di Animali da Bar e la distopia di Cous Cous Klan propone un testo di filosofia politica che, al di là di qualsiasi virus, fotografa la solitudine e il distanziamento sociale.
Prodotto da Marche Teatro e scritto da Gabriele Di Luca, che ne cura anche la regia insieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, lo spettacolo, che ha debuttato al Napoli Teatro Festival Italia a fine luglio e si appresta ad andare in scena dal 22 ottobre al 5 novembre ad Ancona, al Teatro delle Muse, si serve della metafora del cibo, inteso come nutrimento corporeo e sociale, per parlare di un più grave denutrimento spirituale della civile e industrializzata comunità occidentale.
Già dall’ambientazione (una vecchia carrozzeria abilitata come cucina di un ristorante a domicilio per intolleranze alimentari che spaccia cibo scadente per bio) si riflette, dunque, il degrado del nostro tempo e quell’ormai consolidato stile di vita che vuole la polvere ben nascosta sotto il tappeto. Come bellissime e fragili porcellane in bilico, i personaggi all’interno di questa sudicia cornice (chef decaduti, lavapiatti, aspiranti suicidi, attoruncoli senza scrupoli, ex figli de’ fiori e manager arrivisti) cercano di mascherare i loro tormenti. Il testo lungo e articolato porta in scena continui parallelismi tra rifiuto ambientale e rifiuto umano attraverso un costante rovesciamento del rapporto causa-effetto: le nevrosi e i disagi di un’umanità decadente sono l’effetto o la causa di un pianeta al limite che sta per esplodere proprio come le fogne di questa città alla deriva? Lo staff familiare che opera nella cucina sembra aver dimenticato ogni etica morale e affettiva in nome di un ideale capitalistico socio-culturale per cui ciò che conta è l’arricchimento, il prestigio, il potere, il riconoscimento del proprio valore da parte della massa. La schiavitù dei social in questa società dell’apparenza diventa psicologicamente più pericolosa di quella umana. Torna in teatro, forse troppo puntuale, il tema dei migranti, dell’accoglienza e quello correlato della paura e della rabbia. Ognuno dei personaggi nasconde le proprie paure dietro gli atteggiamenti più sgradevoli che li rendono “arrabbiati” verso l’altro, tanto arrabbiati da dimenticare i sentimenti che li legano. Ma di questi ci si ricorda come sempre solo quando ci si accorge che stiamo per perdere le persone che più amiamo. Diventa una guerra di tutti contro tutti per dirla filosoficamente con il latino bellum omnia contra omnes di Hobbes. A furia di vivere nelle fogne si diventa rifiuti infognandosi dentro di sé. La deriva più misera di questa guerra civile non può che essere la solitudine, nutrita ogni giorno di più dall’odio verso l’altro. Ci si può ammazzare per un pezzo di pane, per un lutto ma anche per ottenere una parte in un provino o un like in più su Instagram. La prostituzione del corpo diventa, così, anche quella dell’anima, ormai svenduta e denutrita, che nemmeno il miracolo di una nuova vita può sconfiggere definitivamente, se non migrando verso altre terre più verdi, più fertili.
MIRACOLI METROPOLITANI
uno spettacolo di
CARROZZERIA ORFEO
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con (in ordine alfabetico) Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Pier Luigi Pasino, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni
musiche originali Massimiliano Setti
scenografia e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
una coproduzione
Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con La Corte Ospitale – residenze artistiche
si ringrazia il Coro del Centro Teatro Attivo di Milano
[Immagine di copertina: foto di Salvatore Pastore]