Arti Performative

Whatsthetime Ecco la nuova stagione del Teatro dell’Orologio

Renata Savo

Presentiamo la stagione 2014-15 del Teatro dell’Orologio: tanta drammaturgia contemporanea, talenti giovani e affermati, e progetti speciali che riconfermano il valore del teatro nel portare avanti un’idea di Cultura con la C maiuscola

E’ stata proprio una bella cerimonia quella organizzata dallo staff del Teatro dell’Orologio nell’omonima Piazza, il 24 settembre. A celebrarla, il direttore artistico Fabio Morgan, vestito per l’occasione in abito talare: simbolicamente, ha voluto unire in matrimonio gli artisti e il pubblico per un teatro rinnovato. Dalla cui unione, si spera, nasceranno nuovi spettatori.

L’evento è stato curato nei minimi dettagli dal gusto elegante e raffinato. Sedie e tavole tonde e bianche, imbandite e apparecchiate; in vista, persino le piccole e vivacissime bomboniere con annesse scatoline piene di confetti.

Tra i tavoli si sono aggirati gli sposi, i teatranti, che hanno brindato con il pubblico e servito pietanze; non come “inservienti” ma, piuttosto, come farebbero amici e parenti con cui condividere un lieto evento. Tra un bicchiere e l’altro, hanno presentato i loro lavori: chi li ha esposti criticamente, chi, invece, ha scelto di interagire con gli ospiti proprio come sulla scena; tutti, però, hanno mostrato nell’espressione quella particolare vicinanza e disponibilità al dialogo che soltanto gli uomini di teatro conoscono così a fondo.

Ma esploriamola, questa stagione: 25 spettacoli, 7 eventi speciali (e 0 euro di finanziamenti pubblici). Una vera sfida, in tutti i sensi, non soltanto per questo teatro, ma per la Cultura di una capitale. L’intensa attività dello staff del Teatro dell’Orologio e di chi lavora dietro ai progetti collaterali dimostra ancora una volta che unendo le forze, in periodo di crisi, la cultura può non morire (e soprattutto, non deve farlo).

Ad aprire la stagione, tratto dall’omonimo racconto di Gògol, Diario di un pazzo di Flavio Bucci: un omaggio a Mario Moretti, lo storico fondatore del Teatro dell’Orologio scomparso due anni fa che ne scrisse una trasposizione (3-8 ottobre).

Valerio Binasco dirige Sara Bertelà, Nicola Pannelli e Orietta Notari nel dramma pinteriano che racconta «l’inferno esistenziale freddo, bianco» in Una specie di Alaska, dall’8 al 26 ottobre; poi, in scena dal 21 ottobre al 2 novembre ci sarà il giovane autore, regista e interprete Gabriele Paolocà, che con Amleto FX ha riscritto brandelli della celebre opera shakespeariana secondo una propria originale visione: «Questo non è l’Amleto. Questa è la storia di un uomo che decide di non uscire più dalla sua stanza. Brandelli di storia ci aiutano a comprendere il perché della sua chiusura».

Simbolicamente, si può dire, il 2 novembre (e fino al 24 novembre, nell’ambito del Romaeuropa Festival) la Sala Orfeo ospiterà Zombitudine di Daniele Timpano ed Elvira Frosini: sul “morto” che è dentro di noi e che circonda la nostra quotidianità, fatta di gesti, parole e azioni sintomatici di un’esistenza perennemente in bilico tra senso e non senso. Nello stesso periodo (dal 4 al 23 novembre), nella Sala Gassman andrà in scena il Riccardo III di Michele Sinisi, una co-produzione di Teatro Minimo e Pontedera Teatro: «un lavoro che è costruito sul monologo inziale di Riccardo e su cosa serve per realizzare i personaggi, per farli vivere agli occhi dello spettatore».

Dal 25 novembre al 7 dicembre, la compagnia Readarto Officine Artistiche, con la prima nazionale di Viva la guerra!, primo esperimento registico del giovane Andrea Bizzarri; a seguire, Verso Occidente l’impero dirige il suo corso (2-21 dicembre) di D.F. Wallace per la regia di Luca Bargagna, della compagnia BluTeatro – cui quest’anno è anche affidata la docenza della Scuola di Recitazione del Teatro Orologio. E, ancora, 134 grammi di soda caustica, di e con Francesca Romanda De Berardis, per la regia di Giuseppe Roselli (16 – 21 dicembre).

Dopo la pausa natalizia, ci saranno: Molière Immaginario di Ivan Bellavista, sul mito di Don Giovanni nella versione di Molière (7-18 gennaio); Il diario di Maria Pia, scritto e diretto da Fausto Paravidino, che trasforma la vicenda personale della malattia terminale della madre in una vittoria sul tabù della morte (13-25 gennaio); si prosegue con Fragile Show della compagnia Biancofango, ispirato a Il soccombente di T. Bernhard (27 gennaio-8 febbraio) e Storia di un pezzo di carnedi Marco Maltauro, da La signora delle camelie di A. Dumas.

Ritornano anche quest’anno all’Orologio Ivan Talarico e Luca Ruocco (di cui “Scene Contemporanee” l’anno scorso ha diffuso in esclusiva i trailer surreali di gU.F.O): la compagnia DoppioSenso Unico – un nome che è un po’ un “manifesto” del loro modo di sovvertire significanti e significati verbali – sarà, infatti, in scena dal 3 febbraio al 1 marzo con il nuovo lavoro, OperaMolla. Dal 17 febbraio al 1 marzo, in un’altra sala ci sarà di nuovo Gabriele Paolocà con un classico rivisitato: Sei personaggi in cerca d’autoredi L. Pirandello.

Marzo sarà un mese molto “pasoliniano” (cit. comunicato stampa): in scena Clinica Mammut in co-produzione con Teatro Studio Krypton, con Dal sordo rumore delle dita_trascrizioni, scritto da Alessandra di Lernia per la regia di Salvo Lombardo, e Tutti i padri vogliono far morire i loro figli di CK Teatro, scritto da Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi, che ne cura anche la regia – un lavoro liberamente ispirato a Affabulazione (10 marzo-5 aprile). Ancora, Sara Putignano e Davide Gagliardini in Lungs di Duncan Macmillian e Stefano Scandaletti al suo debutto come regista con Ferite d’arma da gioco.

Seguono Partitura P – uno studio su Pirandello, adattato, interpretato e diretto da Fabrizio Falco, che ha ripreso L’uomo dal fiore in bocca, Una giornata e Il treno ha fischiato (31 marzo-12 aprile), e Adamo&Eva di Mauro Santopietro, «un viaggio tra epoche e momenti cruciali della storia dell’uomo, fino al moderno rapporto tra i sessi» (7-19 aprile). Infine, La vela nera di Teseo: una novità drammaturgica di Valeria Moretti diretta e interpretata da Gianni De Feo, e Tre desideri di Ben Moor per la regia di Mauro Parrinello, dal 21 al 26 aprile.

After the end di Dennis Kelly per la regia di Luca Rigato, e Bigodini, libero adattamento di Frankenstein diretto da Francesca Manieri e Federica Rosellini, concludono la stagione, ricca – è doveroso ricordarlo – anche di eventi speciali: la già citata collaborazione con il Teatro Argot Studio diretto da Luca Ricci per il format Dominio Pubblico; la rassegna HER.S dedicata alla memoria femminile (3-30 novembre); il progetto EXIT – Emergenze Per Identità Teatrali, nato con lo scopo di proporre spettacoli per un pubblico più ampio, ma che non rientrino in un’offerta intrappolata nelle maglie della “tradizione”.

Dal 19 al 21 dicembre, inoltre, il Teatro dell’Orologio accoglierà A very Andersen Christmas, un evento che avrà il suo fulcro in Andersen 2014 della Compagnia Kaos, «spettacolo di riflessione su povertà e ricchezza, materialismo e ideali».

Tra febbraio e marzo, la rassegna BE-YOU si interrogherà sulle identità di genere con Battuage di Vuccirìa Teatro e 12 baci sulla bocca di Mario Gelardi (17 febbraio-15 marzo).

Spazio alla danza contemporanea e alla nuova creatività con la seconda edizione di EDEN, format a cura di Gianni Parrella e Gianluca Cheli, dal 22 al 26 aprile. Infine, la rassegna Inventaria chiuderà in bellezza la stagione nel mese di maggio: tanta drammaturgia contemporanea, prime romane e nazionali. A impreziosire il foyer del multisala off, nello stesso periodo, la mostra Scene da una fotografia curata dalla compagnia DoveComeQuando; un progetto focalizzato sul racconto della scena per mezzo di immagini istantanee, che raccoglierà in esposizione le opere finaliste dell’omonimo concorso.



Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti