Vita di Pi
Ang Lee firma l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Yann Martel, trasformandolo in un capolavoro di poesia visiva
Tutte le storie di formazione hanno in comune grandi cambiamenti per il protagonista, che generalmente va incontro a situazioni più o meno straordinarie per arrivare, alla fine, a raggiungere qualcosa di più alto, come la consapevolezza di sé o la maturità. Anche Pi – protagonista del romanzo di Yann Martel da cui è tratto il film – attraversa lo stesso percorso, ma forse il suo è più speciale degli altri.
Ang Lee ci sorprende ancora una volta per la poeticità delle sue immagini – questa volta supportate da un’animazione computerizzata la cui qualità, ha suggerito la critica, è paragonabile a quella di Avatar – per la loro potenza di raccontare una storia che solo all’inizio preferisce affidarsi alla cornice esterna del narratore (Pi stesso da adulto, interpretato dalla star di Bollywood Irrfan Khan) per introdurci all’avventura del suo protagonista.
Il resto lo fanno gli occhi di Pi, naufrago su una scialuppa per 227 giorni, e quelli di Richard Parker, la tigre sua compagna di sventura, nei quali il giovane crede (e spera fino alla fine) di vedere un’anima. Senza addentrarci nel significato di quegli occhi e di quella tigre, ci basta anche solo intuire il significato simbolico dell’animale – che in un modo o nell’altro aiuta Piscine Molitor Patel a sopravvivere – per accostarci al tema della spiritualità. Il film ne è pervaso, ma riesce quasi sempre a rimanere subordinato alla concretezza imposta necessariamente dal regime di sopravvivenza che i due esseri viventi imparano a seguire.
Certo, in alcuni passaggi il riferimento alla religione e al suo opposto, la razionalità, è fin troppo esplicito, ma neanche nel finale si perde la domanda che è posta per tutta la durata del film: credere o non credere? Che siamo atei o credenti, seguaci di tre religioni contemporaneamente o razionali come il Pi greco, abbiamo la possibilità di scegliere la versione della storia che più ci piace; quello che importa, però, è che un film sia riuscito, come non sempre accade, a sposare un romanzo alla perfezione e ad esaltarne, in questo caso, le infinite possibilità in esso contenute.
Dettagli
- Titolo originale: Life of Pi
- Regia: Ang Lee
- Fotografia: Claudio Miranda
- Musiche: Mychael Danna
- Cast: Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall, Yann Martel, Gérard Depardieu, Tabu, Adil Hussain, Ayush Tandon
- Sceneggiatura: David Magee