Cinema

ViaEmilia2014. Fondaco

Valentina Esposito

La Napoli indomabile, la Napoli adattatatasi al tempo e allontanatasi dal presente, un luogo senza una cronologia protagonista del documentario di Giuseppe Di Stefano e Luigi Palumbo

Al momento tra i documentari più votati dal pubblico online, Fondaco ci presenta gli anfratti più segreti di Napoli che sfida e interroga le leggi del tempo, rivelandosi come uno dei lavori più interessanti di quest’edizione 2014 del Via Emilia Doc FestSi prende la metropolitana, e in breve tempo comincia il viaggio che ti porterà a breve distanza tra la Napoli più tecnologica e quella più antica, quella che rende il suo centro storico un cuore unico e pulsante, che batte secondo un ritmo tutto suo. Napoli conserva tra le strutture della sua città un elemento urbanistico tipico delle città di mare, ma che ancora poche oggi hanno la possibilità di poter ospitare: è il fondaco, un tempo casa-magazzino appannaggio di mercanti, poi rifugio per poveri, oggi casa all’aperto o meglio teatro di pietra che accoglie famiglie secolari e migranti da provenienti da tutto il mondo, e che formano ormai un’unica famiglia. Il fondaco di Santa Monica, che sorge nel noto “Cavone”, il fondaco di San Nicodemo, a Forcella, sono i teatri nella pietra protagonisti insieme ai loro attori di una realtà che non si può definire antica.

“Adoro questo di Napoli, la sua non disponibilità a lasciarsi governare da nessuno”, così disse Carmelo Bene in un’intervista rilasciata in occasione di una sua Lectura Dantis a Salerno nel 1982, ed è un’ affermazione che non può non saltare alla memoria durante la visione di Fondaco, che attraverso un occhio suggestivo ci presenta con amore e con curiosità un lato segreto di Napoli. L’idea di Giuseppe De Stefano e Luigi Palumbo, ideatori e registi, è assolutamente lodevole: si parte con la prospettiva di un viaggio nel tempo, l’alternanza tra le immagini della metropolitana e quelle del centro storico, che in realtà vuole dimostrare esattamente il contrario, e cioè l’inesistenza dei viaggi nel tempo, almeno a Napoli.

Nel viaggio da un fondaco all’altro, il tempo si sveste dei termini presente, passato e futuro perdendo consistenza nel doppio volto della città partenopea, che accoglie solo in parte la tecnologia, incapace di governarla fino in fondo. Così, vuoi per ogni tipo di fattore, sociale, culturale e politico, vuoi per questa sua anima indomabile, Napoli conserva questo elemento urbanistico risalente al Medioevo, adattandolo al presente per accogliere chi la possibilità di avere un tetto non ce l’ha e si accontenta della strada. E non importa se si venga dall’altra parte dell’Europa, il solido e inviolabile senso della comunità resta intatto, seppur costretto a vivere anche nella paura. Il documentario di De Stefano e Palumbo è una calamita, capace di catturare l’attenzione sia di chi Napoli la vive ogni giorno sia di chi non la conosce, grazie ad una regia elegante, mai invasiva, e grazie anche alla voce narrante di Mario Porfito, che guida lo spettatore passo dopo passo in un viaggio suggestivo.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Giuseppe Di Stefano, Luigi Palumbo
  • Fotografia: Giuseppe Di Stefano, Luigi Palumbo
  • Musiche: Luigi Palumbo
  • Cast: Mario Porfito
  • Sceneggiatura: Giuseppe Di Stefano, Luigi Palumbo

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