“Vi racconto Ozu”: l’Istituto Giapponese propone il cinema dell’intimo e della semplicità
Dal 16 ottobre al 27 novembre l’Istituto Giapponese ha programmato la rassegna “Vi racconto Ozu”, dedicata al cinema di Yasujirō Ozu per riproporre alcuni dei film più noti del regista nipponico e diffondere tra le nuove generazioni uno stile di regia che fa dell’intimità domestica e della semplicità quotidiana il suo punto forte.
Purtroppo, in seguito al DPCM dello scorso 24 ottobre e alla relativa chiusura di tutte le sale cinematografiche, i film previsti dopo questa data in pellicola presso la sala cinema dell’Istituto sita a Roma in Via A. Gramsci, sono annullati e sostituti con altri titoli disponibili in digitale per le proiezioni in streaming su MYmovies.
Le proiezioni in streaming sono introdotte da Giorgio Gosetti, Raffaele Meale, Dario Tomasi, Guy Borlée e Mario Sesti e rese fruibili fino alle 4 ore successive l’orario di inizio fissato alle 21.15.
Tra i film programmati, Tarda primavera è forse quello più rappresentativo dello stile di Ozu. La pellicola del 1949 ben si presta a far fondere musica, cinema e arte nella bellezza del Giappone in bianco e nero.
Carico di simbolismo, il film fa emergere non solo la profondità dei sentimenti della cultura giapponese, soprattutto attraverso oggetti-icone della sua tradizione, ma anche il ritratto di una società filosofa, di un popolo sereno che vive equilibratamente le difficoltà derivanti dal lavoro e, soprattutto, dalla famiglia. Il predominante interesse per quest’ultima e per la vita quotidiana delinea una scelta contraddittoria da parte del regista, di cui si ricorda la vita indipendente e solitaria, priva delle relazioni stabili e degli affetti familiari tanto presenti nelle sue pellicole.
Il rispetto e la devozione filiale sono posti in primo piano così come certe sofferte decisioni che spesso, un uomo, emblema della società patriarcale, non sempre riesce a far comprendere subito ai figli o alle figure femminili vicine. Queste ultime incarnano il contrasto tra la maturità e la giovinezza; sagge e sottomesse nel primo caso, ribelli e impetuose nel secondo.
La colonna sonora sposa gli stilemi della tradizione musicale nipponica e rimandano a quei giardini dipinti da fiori di ciliegio. Non mancano, infatti, alcuni strumenti tradizionali giapponesi che hanno saputo dare la giusta sonorità al cinema realistico di Ozu.
Con Ozu amore e dolore si mescolano con dolcezza e viene, finalmente, data una nuova luce all’importanza della casa, al nido familiare nella sua pacatezza e semplicità. Un ponte tra antico e moderno, un valore pedagogico spesso dimenticato.