Libri

Vetrina. “Via Ripetta 155”

Teodora Dominici

Diventare adulti nel ’68: gli insuccessi e le conquiste di una ragazza in cerca di indipendenza nel nuovo libro autobiografico di Clara Sereni.

 

Via Ripetta 155, edito da Giunti e candidato al Premio Strega 2015, racconta del decennio decisivo trascorso nell’amata casa di Via Ripetta, centralissima via di Roma vicina a quella piazza Navona “dove tutto succedeva, ci si incontrava si discuteva si cantava”.

Sessantotto: l’appartamento è osservatorio di rivolgimenti cruciali per il Paese, ricordati tuttora con un misto di compartecipazione, rabbia e rimorso. L’appartamento possiede una propria “voce”, i suoi soffitti a cassettoni, il pavimento a mattonelle rosse e nere sono lo sfondo in cui Clara Sereni, diciannovenne, decide di arrangiarsi, dividendosi tra i lavori occasionali e l’importante ruolo di segretaria dell’Anac, tra le cantate alle feste dell’Unità e le serate al Folkstudio con i fratelli De Gregori, tra le manifestazioni, gli scontri con la polizia e i festival del cinema di nicchia, dove incontrò il compagno della vita Stefano Rulli, sceneggiatore e regista.

A Via Ripetta si condividono cibo, spazi, lenzuola con i rifugiati di passaggio, è il fermento di una generazione contestataria che supportò i rivolgimenti sociali con ogni mezzo, persino “vendendo anellini fatti con il metallo dei B-52 abbattuti dai vietcong”. Anni difficili, di lotta e di impegno, spesso sintetizzati in un’unica parola: terrorismo. Tramite uno stile ruvido, diretto sino all’indelicatezza ma di una sincerità che conquista, prende corpo la voce di una personalità forte, capace di pregnanti descrizioni, squarci riflessivi, giudizi fulminanti, mai propensa alla retorica o ai rischi di un esasperato protagonismo.

La parabola di Clara, parte dall’incomprensione col padre Emilio Sereni, storico dirigente del PCI, e traversando la violenza, l’amore libero e i riconoscimenti da parte della cultura ufficiale approda a una sorta di riconciliazione con la sfera familiare, dopo parentesi di solitudine nera e un tentativo di suicidio. Di questo diario per anni, oltre che un senso di amaro, rimane l’immagine di Via Ripetta, la casa che finisce per farsi alter ego della protagonista, pronta a lasciare quel luogo simbolo di un sogno politico fallito per una nuova abitazione borghese.

Ma restano intatte le speranze, pure dopo il devastante crollo delle convinzioni del ’68. Nel capitolo conclusivo, al contrasto tra volontà di autodeterminazione e doveri familiari può sostituirsi la nuova dimensione della coppia: e questa, anziché fungere da freno, apre al futuro, un domani da vivere intensamente, così come la politica, nell’alta concezione che l’autrice le ha consacrato.


  • Genere: Diario

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