Vetrina. “Tre anni luce”
Una storia d’amore a diverse velocità, una trama di legami famigliari, ricordi e timidi sguardi a un futuro che fortunatamente non è mai già scritto.
Vincitore del Premio Mondello 2013 come Opera Italiana, Tre anni luce, ottava prova narrativa di Andrea Canobbio, è un romanzo che racconta un tipo d’amore diverso da quello che infiamma i cuori e fa fare follie: un amore quarantenne, meditato quanto inaspettato.
Il narratore di questa storia è il figlio di uno dei protagonisti, Claudio Viberti, che dal suo presente ripercorre, talvolta ricucendo pezzi e a volte dichiaratamente romanzando, un breve periodo della vita del padre e gli eventi che portano alla sua nascita. Claudio è un medico internista di 43 anni, divorziato, senza figli, che abita nel palazzo in cui ha vissuto sin dalla nascita. Nello stesso stabile vivono Marta, l’anziana madre, e Giulia, l’ex moglie, con il suo secondo marito. Claudio è una di quelle persone che conducono una vita silenziosa, priva di scossoni, ma un giorno la sua routine viene deviata dall’incontro casuale con un altro medico, Cecilia. E così nasce una nuova routine fatta di incontri quotidiani al bar per condividere il pranzo. Lentamente i sentimenti di Claudio crescono e bussano alla sua coscienza, qualificandosi come “amore”, ma anche come l’ultima occasione per costruire di nuovo qualcosa nella vita.
Claudio non è di certo il tipo d’uomo che colpisce o attrae ai primi incontri. Cecilia lo chiama, tra sé e sé, “l’internista timido”. Lo incontra volentieri, ma non sembra avere spazio per una nuova relazione: si barcamena tra i figli, il lavoro, l’ex marito, la sorella, è una mamma apprensiva in maniera esagerata, trova in Claudio poco più che un diversivo, o almeno così le sembra.
Nell’alternanza dei punti di vista che il narratore propone, vengono alla luce le insicurezze e le debolezze di tutti i personaggi, i perché dei loro comportamenti, lineari o incomprensibili, insieme alle contorte dinamiche dei rapporti, che seguono un percorso lentamente “umano”.
Tre anni luce non è certo Le correzioni di Franzen, ma nelle sue 350 pagine Canobbio riesce a riprodurre quella complessità che caratterizza i meccanismi familiari, la delicatezza e l’ambivalenza di certi legami. Leggendo dei rapporti tra genitori e figli, tra sorelle, tra due colleghi, non si può non constatare la verità degli sforzi che continuamente si fanno per farsi accettare, e contemporaneamente si possono riconoscere le diverse modalità, dettate da istinti irrazionali, con cui si accoglie o si respinge l’altro, che sia un figlio, un amante o uno sconosciuto. Gli eventi della storia sono accompagnati dalla continua rielaborazione degli stessi da parte di chi li vive: questo rallenta di molto il flusso degli eventi – spesso da lettori si prova il desiderio di spingerli fisicamente ad agire – ma, d’altro canto, in questo modo i personaggi si manifestano a poco a poco in tutta la poliedricità che caratterizza l’essere umano, che non è mai soltanto eroe, mai soltanto nero e, soprattutto, mai soltanto bianco.
- Genere: Romanzo