Vetrina. “Telegraph Avenue”
Michael Chabon descrive efficacemente il meltin’ pot etnico e generazionale degli Stati Uniti.
Il Brokeland records è un negozio di dischi usati su Telegraph Avenue a Oakland. Archy Stallings e Nat Jaffe, i due proprietari appassionati di jazz, blues e funk, sono amici da più di dieci anni ma non navigano in buone acque. Inoltre, una grande catena di distribuzione di proprietà di Gibson Goode, tra i neri più ricchi degli Stati Uniti, ha intenzione di aprire un nuovo megastore che minaccia la sopravvivenza dei piccoli commercianti. Le vite di Archy e Nat stanno per cambiare per sempre, così come quelle di molti dei personaggi con cui esse si intrecciano: le loro mogli Gwen e Aviva, amiche e ostetriche, i loro figli adolescenti Julius e Titus, la variegata umanità che frequenta il negozio.
Il nuovo libro di Michael Chabon (premio Pulitzer nel 2001 per Le fantastiche avventure di Kavalier & Clay) affronta i temi dei rapporti intergenerazionali e multietnici in America con i toni della commedia. La relazione tra Archy e il figlio Titus, apparso improvvisamente a 14 anni nella vita del padre, e quella tra Archy e il padre Luther Stalling, con un passato da attore di film di arti marziali finito nella droga e nell’alcol, è gestita con difficoltà dal protagonista, riluttante ad affrontare i suoi doveri così come lo era stato suo padre tanti anni prima. Per di più Archy sta per diventare padre per la seconda volta, una responsabilità per cui non sembra essere pronto e che è motivo di conflitto con la moglie Gwen. I contrasti fra etnie, così come quelli tra famiglie, arrivano talvolta allo scontro diretto ma sono smussati da una buona dose di ottimismo e acuta leggerezza, che permeano tutta la narrazione.
Al di là di una storia in parte già vista, ma con attori diversi – la grande catena commerciale che minaccia di cancellare il piccolo negozio, la complessa relazione tra padri e figli -, Telegraph Avenue restituisce egregiamente la vita della comunità multietnica che si forma e si riunisce attorno a un piccolo negozio per parlare di musica e degli eventi cittadini. Le atmosfere ricordano il film Smoke di Wayne Wang e il romanzo Alta fedeltà di Nick Hornby (entrambi del 1995), con dialoghi, a tratti ironici e brillanti, che strizzano l’occhio a Quentin Tarantino.
- Genere: Romanzo
- Altro: Traduzione di M. Birattari, M. Colombo