Vetrina. “Ritratto di famiglia con superpoteri”
Steven Amsterdam crea il ritratto di una famiglia speciale, dove l’happy ending è possibile ma non garantito
Il titolo italiano, a differenza di quello originale (What the Family Needed) non lascia spazio alle sorprese, Ritratto di famiglia con superpoteri di Steven Amsterdam è esattamente questo: la saga di una famiglia, che si dipana nell’arco di un trentennio, i cui membri sono in possesso di superpoteri.
«Allora dimmi quale preferisci delle due: sapere volare o essere invisibile?», questa è la domanda che Alek, bambino un po’ particolare, pone a sua cugina Giordana. La scelta di lei, fatta per metterlo a tacere, cade sull’invisibilità e si rivelerà definitiva. I sette protagonisti, uno dopo l’altro, si trovano ad affrontare i normali problemi della vita quotidiana – lavoro, nascita, matrimonio, morte – avendo ognuno una caratteristica speciale, presente ma non sempre determinante, conferitagli dal proprio potere. La scelta particolare fatta dall’autore è proprio questa: la presenza dei superpoteri non diventa caratterizzante, è solo una delle tante sfaccettature che ogni personaggio ha. I percorsi personali si sviluppano seguendo strade diverse che a fasi alterne si incrociano, in un ambito di normalità che, dopo un primo momento di scoperta e stupore, con i dubbi e gli interrogativi che ne conseguono, viene subito ripristinato.
Sulla prima di copertina il libro di Amsterdam viene paragonato a Le correzioni di Jonathan Franzen e a X-Men. Il confronto ha l’effetto di accrescere le aspettative, in particolare per i fans di Franzen, con la conseguenza che il primo capitolo appare deludente, soprattutto dopo un inizio un po’ didascalico in cui, nel tentativo di riassumere l’antefatto, Giordana enumera pedissequamente gli eventi accaduti fino a quel momento. Non pertinente anche l’altro termine di paragone: il possesso dei superpoteri infatti non trasforma i personaggi in supereroi marvelliani. Una volta entrati però si comincia a respirare quell’atmosfera che in ogni casa è uguale e diversa, si inizia a prendere confidenza con i personaggi e con il tipo di relazioni che li lega, riconoscendone i tratti, la qualità, la trama. Gli anni passano veloci con uno stile sobrio, che capitolo dopo capitolo svela, senza dare nell’occhio, gioie e dolori di ognuno, in un’esplorazione ben riuscita che porta a realizzare come l’essere umano resti sempre tale anche se possiede qualcosa di sovrumano.
Quando si parla di saghe familiari, viene spesso riportato uno degli incipit più noti della letteratura, quello di Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo». In questo caso la citazione calza a pennello: il “modo” di questa famiglia è particolarissimo, ma questa particolarità non evita i problemi, le ansie, le preoccupazioni, i dolori, in pratica non evita che anche questa famiglia sia disgraziata come tutte le altre. Amsterdam riesce a creare un ritratto di famiglia credibile, dove i superpoteri sono solo una delle tante varianti, e in cui la felicità, l’armonia, e l’happy ending sono possibili ma non garantiti.
- Genere: Fantasy
- Altro: Traduzione di Anna Mioni