Vetrina. “Pastoralia”
La vita nella squallida periferia americana, una società decadente e surreale popolata dagli antieroi di George Saunders.
Pubblicato da Einaudi nel 2001, torna nelle librerie per i tipi di Minimum Fax Pastoralia, raccolta di sei short stories di George Saunders. Il racconto che dà il titolo al libro è ambientato in un parco tematico, popolato dai “Remoti”, uomini che impersonano abitanti delle varie epoche storiche. Il protagonista fa il cavernicolo, scuoia capre e finge di dipingere pittogrammi. Lui e la sua collega non possono esprimersi a parole in scena, ma hanno una zona separata in cui possono parlare. Il timore del licenziamento, le comunicazioni dei capi, l’assenza di visitatori, delineano un quadro surreale e desolante.
In Quercia del mar, il protagonista è un ventenne che sbarca il lunario facendo lo spogliarellista. Vive con due ragazze madri, sua sorella e sua cugina, e relativi pargoli. Con loro c’è anche la zia Bernie, una donna molto buona, lavoratrice, sempre di buonumore. Le ragazze, ignoranti, si nutrono di alimenti in scatola e tv. Il luogo in cui vivono è una topaia, ogni tanto all’esterno tira aria di sparatoria, ma mai un soffio di riscatto sociale.
Ne Il parrucchiere infelice, Mickey è un parrucchiere di mezza età che vive con la madre despota ottantenne. Non ha amici, spesso si estranea, fantasticando sulle donne che vede per strada, mentre il corpo se ne sta seduto indolente davanti al negozio. Un giorno incontra una ragazza molto carina di cui si invaghisce, salvo poi scoprire che fisicamente è molto grossa. Tra sé e sé la chiama la “ragazza taglie forti”, mentre affronta i propri contrasti interiori. La realtà difettosa si scontra con la perfezione della fantasia.
George Saunders racconta un’America periferica e marginale che spesso ha fatto avvicinare il suo nome a quello di Raymond Carver. Lo stile ironico, il cinismo, le ambientazioni ricordano anche Chuck Palahniuk. Al di là dei paragoni, Saunders è maestro nel dipingere ritratti di perdenti, per cui il destino non sembra avere in serbo niente, tranne qualche barlume di speranza. Vivono in posti come Quercia del mar, dove non c’è nessun mare e nessuna quercia, ma appartamenti con vista sulla FedEx. Sono afflitti da disagi esistenziali, economici, familiari. Vite prive di ambizione, dove soltanto con l’immaginazione è consentito volare un po’ più in alto. Mentre la realtà «è il classico sogno americano, cacchio – parti da una topaia pericolosa, ti fai il mazzo così un giorno portai trasferirti in una topaia un po’ meno pericolosa». Uno stile amaramente divertente per raccontare un sogno ridimensionato, un’umanità che si trascina avendo come orizzonte di vita la mera sopravvivenza.
- Genere: Racconto