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Vetrina. “Ode marittima”

Valentina Nencini

Con “Ode marittima” Pessoa ci regala un viaggio intellettuale attraverso la storia della navigazione, grazie a una poesia di prepotente forza evocativa.

Non si può non lodare e promuovere la decisione di Passigli di pubblicare come testo autonomo Ode marittima di Fernando Pessoa. Benché il poemetto fosse già presente in numerose raccolte del poeta portoghese, meritava di avere risalto come opera autonoma, in quanto espressione particolarissima – e, oltretutto, poco conosciuta – del suo universo poetico. La presenza all’interno di raccolte di poesie dava scarso rilievo all’opera che, invece, merita una lettura attenta e ripetuta per cogliere le infinite sfumature e i molteplici riferimenti che l’autore vi introduce.

A livello stilistico l’opera si avvicina alla poetica di Álvaro de Campos sotto il cui eteronimo venne divulgata all’epoca della sua prima apparizione, avvenuta nel 1915 all’interno della rivista Orpheu. De Campos è il più avanguardista tra tutti gli eteronimi del poeta portoghese, quello che maggiormente sperimenta a livello linguistico, e l’Ode ne è una meravigliosa testimonianza: è un viaggio dell’intelletto. Il presupposto è dato dal poeta stesso che, in prima persona, osserva l’orizzonte marino dal molo e immagina. Da questo momento in poi, attraverso il ritmo delle parole, l’uso dell’onomatopea, l’evocazione di immagini della memoria e del mito, Pessoa ci accompagna in un viaggio interiore che ripercorre le tappe della navigazione dell’uomo attraverso i secoli, dalle scorribande dei pirati fino alla diffusione del battello a vapore. Essenziale, a mio parere, è leggere la poesia tutta d’un fiato, senza interruzioni, anche se lunga, proprio perché è la lettura ininterrotta che permette di provare fortissima la sensazione del viaggio che Pessoa evoca.

Vale la pena osservare quanto, come sempre, la poesia dell’autore portoghese sia intensamente etica e mai si sottragga dallo scatenare riflessioni che interessano la coscienza del lettore, risvegliandolo dal suo torpore morale e mettendolo inevitabilmente e definitivamente di fronte alle sue contraddizioni interiori, onde riscoprire la sua umanità e impedirgli di sopprimere la propria coscienza. E, forse, è proprio per questo che Pessoa appare a tanti ostico o pessimista: perché non permette di sottrarsi a questo confronto implacabile e tende, ogni volta, a mettere in evidenza, partendo dai propri limiti, le contraddizioni di tutto il genere umano. Contraddizioni e limiti che la maggior parte di noi si affanna tutta la vita a ignorare e fuggire.


  • Genere: Poesia

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