Libri

Vetrina. “Non fate troppi pettegolezzi”

Roberta Iadevaia

Non fate troppi pettegolezzi di Demetrio Paolin: un saggio originale alla riscoperta di Salgari,  Pavese, Levi e Lucentini.

 

“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. Queste le ultime parole di Cesare Pavese scelte dallo scrittore Demetrio Paolin come titolo della sua ultima opera Non fate troppi pettegolezzi – La mia dipendenza dalla scrittura (LiberAria Edizioni), una raccolta di quattro brevi saggi dedicati ad altrettanti grandi scrittori cari all’autore – non solo Pavese, ma anche Emilio Salgari, Primo Levi e Franco Lucentini – tutti morti suicidi nella città di Torino.

Il libro, per citare Paolin stesso, è “una sorta di escursione” nella vita e nelle opere dei quattro grandi autori italiani: questo senso di movimento è reso nel testo sia a livello stilistico, mediante l’accostamento di critica letteraria, riflessioni personali e stralci autobiografici, sia a livello formale, attraverso la contrapposizione del rigoroso ordine cronologico in cui sono articolati i saggi – basato sulla data della morte degli scrittori – con la lunghezza diseguale dei saggi stessi – dalle 36 pagine della sezione dedicata a Pavese alle 16 che compongono l’ultima incentrata su Lucentini.

Ciò che ne risulta è un ritratto appassionato e nostalgico (“Questo è sì un saggio ma è un ricordo, è una nenia verso il nulla”) di quattro uomini prima che grandi protagonisti del panorama letterario italiano, costantemente alle prese con i propri demoni (Levi), le mille difficoltà quotidiane (Salgari), le proprie ossessioni (Lucentini) e debolezze (Pavese). Di questi uomini Paolin ripercorre, con garbo e delicatezza, alcuni aspetti della vita quotidiana, visitando i luoghi in cui essi hanno vissuto (come l’ultima abitazione di Salgari) o fantasticando davanti a quelli dove hanno deciso di porre fine alla loro vita (come l’Hotel Roma in cui morì Pavese) e rapportandoli alle loro opere principali, sulla cui critica lo scrittore sembra a volte indugiare un po’ troppo per un saggio non tradizionale.

A fare da sfondo a questo percorso del sé tramite l’altro vi è un’altra grande protagonista: Torino, quella che ha accolto nella sua “luce maestosa e regale” gli ultimi sguardi dei quattro scrittori, descritta da Paolin con precisione topografica.

Non fate troppi pettegolezzi è dunque un invito originale e quanto mai attuale a una riscoperta “critica” della vita e delle opere di grandi artisti del passato che rischiano – e purtroppo sempre più spesso lo sono – di essere oscurate da fattori “eclatanti” ma, sicuramente, meno rilevanti.


  • Genere: Saggistica

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