Vetrina. “New York 1973-1977”
Will Hermes ci regala un romanzo collettivo denso di storie e personaggi, da leggere con Spotify a portata di mano.
Cosa succedeva a New York a metà degli anni Settanta? La città era allo sbando, sull’orlo della bancarotta, alle prese con delinquenza, disoccupazione, droga. New York 1973-1977. Cinque anni che hanno rivoluzionato la musica di Will Hermes, giornalista e critico musicale per il New York Times e Rolling Stone, ci racconta come, a dispetto dello sfacelo generale, in quegli anni il fermento musicale sobbollisse ovunque e in tutte le direzioni.
Partendo dai ricordi di infanzia nel Queens, Hermes ci racconta un periodo che dalla lunga distanza potrebbe apparire come culturalmente morto: Jimi, Janis e Jim, se ne erano andati, i Beatles e i Velvet Underground si erano sciolti. In realtà guardando da vicino, si assiste a una prorompente vitalità della scena musicale che sembra affievolirsi solo in concomitanza con la rinascita della città.
Quasi 400 pagine in cui si concentrano oltre sei anni di ricerca giornalistica e trenta di immersione nella scena musicale newyorkese. Ogni paragrafo è un concentrato di informazioni dettagliate sulla musica, gli artisti, i produttori, le mode, lo stato della città. L’autore non lesina dettagli, riuscendo a dare un quadro d’insieme ampio e al tempo stesso articolato. Si entra e si esce da locali storici come il CBGB e il Max’s in cui giovani New York Dolls, Talking Heads e Ramones suonavano ogni settimana. Hermes spazia dal rock alla poesia, dalla salsa al jazz, dalla scena loft a quella disco fino all’hip hop, senza trascurare la stampa musicale.
Si ha la sensazione che se si indicasse un qualsiasi giorno del calendario, l’autore saprebbe dirci con precisione chi stava suonando in quel momento, dove, chi c’era ad ascoltarlo, quanto costava una dose di cocaina, e se Springsteen stava aspettando il bus per Asbury Park. Il narratore è onnisciente nel senso letterale, e mentre enumera i fatti non manca di parlare di sé, collocandosi sulla scena, in maniera molto personale, spesso dalla prospettiva del fan. Dal ricordo del padre che consumava mezza compressa di Valium al ritorno dal lavoro, alle corse in bici a scavezzacollo per scoprire le novità al negozio di dischi.
Tra i difetti del testo, in primis, il fatto che spesso risulta confusionario e aneddotico. Una specie di enciclopedia in cui c’è tutto, ma manca un ordine preciso o un indice per cercare le informazioni. A questo si aggiunge qualche scelta discutibile nella traduzione. Tutto sommato però, l’opera è ricca di informazioni, complessa e preziosa per gli appassionati di musica. A completarla bibliografia, discografia e filmografia di riferimento, e belle immagini d’epoca.
- Genere: Saggistica
- Altro: Traduzione di Michele Piumini.