Vetrina. “Maschere respiratorie”
L’esordio in nove racconti di Elena Tomaini, giovane scrittrice di Rovigo
“La prima regola per perdere tutti i sentimenti è circondarsi di gente che ne ha troppi”.
Proponendo ai suoi lettori le Maschere respiratorie di Elena Tomaini, la piccola casa editrice Bèbert punta sulla possibilità insita nell’inconsueto, sulla multi-direzionalità connaturata a una voce ancora acerba ma inconfutabilmente forte.
Una voce che ha nove modi diversi di farsi sentire, che prende forma nove volte in nove narrazioni capaci di respirare e far respirare disagio, difficoltà, frammentazione. “Perché riusciamo a respirare solo quando buttiamo fuori qualcosa”. E nell’aria fuligginosa materializzata dai racconti della Tomaini, fra le virgole di ciò che appare come un rigurgito interiore resosi elastico col tempo alla sofferenza che lo provoca, si fa strada uno sguardo lucido, temprato e allenato, aperto su un mondo di apparenze invadenti e ferocemente aggressive. E che giace su un canale di continuo scambio fra il dentro e il fuori, l’interno dell’uomo e il suo contorno, i cui limiti sfumano con angoscia nella nebbia delle ambiguità percettive.
Sfuggente come il linguaggio degli incubi che richiama alla mente, la “scrittura nervosa” della Tomaini sa passare nell’animo a mo’ di rapida e quasi indolore inquietudine, oppure, talvolta, arpionarne le pareti con l’icasticità, sottilmente violenta, delle sue composizioni . È così che si inchiodano alla memoria del lettore le anatomie dei fantocci di un lynchano teatrino di (dis)illusioni, come quello, crudele, di Greta Marquise, o come la cinica visione della ‘realtà del doppio’ contenuta in Scissione – la prima delle nove Maschere.
Questo percorso nella banalità del male che denuda le cuciture del reale, il risvolto oscuro del visibile, sembra trarre ispirazione da Vautrin e dal suo Viaggio immobile, con in più la freschezza di una creatività ancora lungi dall’essere condizionata da luoghi comuni deleteri. L’auspicio è di mettere alla prova scrittrici come la Tomaini, di leggere ancora le sue Maschere e anche qualcosa che ne sia svestito, di premere fino in fondo il pedale di una potenzialità creativa che ha dimostrato di sapere andare oltre. E che può spingersi anche al di là dei limiti già superati.
- Genere: Narrativa italiana