Libri

Vetrina. “L’uomo dei temporali”

Mariangela Sapere

Un noir storico di Angelo Marenzana, che ci conduce negli ambigui meandri della provincia italiana sotto il regime, tra bordelli, bar malfamati e ambienti “per bene”.

È il settembre del 1940. In una Alessandria immersa nella nebbia atmosferica e in quella fascista, un uomo viene assassinato, ed è compito del commissario Augusto Maria Bendicò districare la matassa che avviluppa il delitto. L’uomo dei temporali di Angelo Marenzana è un noir che scava nei segreti della provincia fascista; l’Italia è impegnata in guerra, ma la morte di centinaia di giovani in trincea non rende trascurabile l’omicidio, anzi, risulta prioritario risolverlo in quanto si tratta di un evento che spezza l’armonia collettiva.

La vittima è Onofrio Scipioni detto Dede, un delinquente già noto alle forze dell’ordine. Col procedere delle indagini, Bendicò, che sul piano personale sta elaborando la morte della moglie, si inoltra in un mondo in cui il crimine si mescola agli ambienti “per bene”, in un giro di pornografia, scommesse, prostituzione e ricatti. All’indagine si affianca un percorso interiore: la strenua ricerca della verità e la volontà di chiudere il caso secondo coscienza, e non secondo i dettami dell’ottuso questore, sono accompagnate dalla voce della moglie che ancora gli parla. È un autunno plumbeo e dai vicoli sale puzza di fumo e ambiguità: la facciata perfettamente aderente all’ideologia fascista svela un lato nascosto ricco di segreti e vizi. La ricerca di un colpevole dichiarato porterà alla scoperta di tanti altri “colpevoli” che si celano dietro a una presunta rispettabilità. Su tutto si staglia, invisibile, una figura popolare che secondo la leggenda arrivava nei giorni di calura, accendeva rami secchi recitando parole magiche e attendeva che piovesse.Una pioggia metaforica e salvifica, per Bendicò, che però, nonostante un cielo sempre più scuro, non si decide ad arrivare.

Il romanzo di Marenzana rientra nel filone dei polizieschi “storici”: la collocazione temporale conferisce all’indagine un fascino d’altri tempi. Belle le descrizioni e i luoghi, arricchiti da particolari che ricreano perfettamente le atmosfere. Si sente l’odore delle pasticcerie, il tintinnare dei bicchieri colmi di alcolici proibiti, lo swing fumoso dei ritrovi notturni. Dettagli preziosi punteggiano ogni scena in maniera verosimile, ma il linguaggio è spesso ridondante, i dialoghi sembrano estratti da una pellicola in bianco e nero, e risultano ingessati e poco credibili, per non dire falsi. L’eccessivo manierismo di certe descrizioni conferisce alla scrittura un’aria ricercata ma anche datata, che non necessariamente rende più credibile l’ambientazione. 


  • Genere: Poliziesco; noir

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