Vetrina. “Le pietre e il popolo”
Il titolo Le pietre e il popolo è tratto da un verso di Franco Fortini (da La città nemica, 1939) e mette a fuoco il fil rouge del volume, il rapporto tra beni culturali, cittadini e interessi economici, attraverso l’esame di casi recenti che hanno snaturato, o potrebbero farlo, il secolare rapporto tra luoghi d’arte e popolazione locale. Dal progetto della “Grande” Brera di Milano alle clamorose vicende giudiziarie della Biblioteca dei Girolamini a Napoli, dalla vendita e ristrutturazione del Fondaco dei Tedeschi a Venezia alla visionaria torre di Pierre Cardin a Marghera, l’autore passa in rassegna i tanti episodi che hanno coinvolto (e qualche volta purtroppo non hanno coinvolto: si veda l’abbandono del centro storico dell’Aquila) i beni culturali del nostro paese.
Di molte vicende Tomaso Montanari aveva già parlato con passione, sagacia e pungente ironia negli articoli pubblicati periodicamente su alcuni quotidiani nazionali. Storie che avevano fatto scalpore entrando, seppur per un breve periodo, nel dibattito culturale italiano: l’acquisto (a caro prezzo) da parte dello Stato di un crocifisso ligneo erroneamente attribuito a Michelangelo o la “caccia” alla Battaglia di Anghiari di Leonardo in Palazzo Vecchio a Firenze tanto voluta dal Sindaco Matteo Renzi. Piuttosto che grandi mostre o grandi eventi, sostiene Montanari, si dovrebbe lavorare per restituire ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane, “attuare l’eguaglianza costituzionale e dare loro qualcosa per cui valga la pena vivere, e che sottragga almeno una parte della vita al dominio del denaro e del mercato”. Gli attacchi dell’autore si rivolgono a figure istituzionali di primo piano come l’ex ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, la Presidente del MAXXI di Roma Giovanna Melandri, il curatore di mostre “blockbuster” Marco Goldin e il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, definito “il più incredibile portatore sano di cultura che si muova sulla scena della politica italiana: nel senso che ne parla in continuazione senza esserne minimamente affetto”.
Firenze, secondo Montanari, è “una città che letteralmente muore di fame culturale e spirituale” e la gestione degli Uffizi, affittati a Madonna e Ricci col beneplacito della Soprintendenza (per cifre neanche tanto alte), pone il problema della salvaguardia della funzione educativa del museo.
Le pietre e il popolo è una denuncia, feroce e accorata al tempo stesso, di un processo in atto che nega il valore civico dei monumenti a favore della loro rendita economica e mina uno dei principi basilari della nostra democrazia. Montanari cattura il lettore con una prosa agile e spigliata, puntuale e appassionata. La battaglia che lo storico dell’arte combatte da anni con libri, articoli e pamphlet è lunga e difficile, e questo libro ci aiuta a riflettere sul nostro passato e futuro.
- Genere: Saggistica