Libri

Vetrina. “La vita sobria – Racconti ubriachi”

Roberta Iadevaia

Dieci scrittori contemporanei italiani alle prese con dieci racconti filtrati dalle lenti lucidamente stranianti dell’alcool. Consolazioni non incluse.

Come nota Graziano Dell’Anna nella prefazione dell’antologia da lui curata, La vita sobria. Racconti ubriachi, il binomio alcool & letteratura è un classico. Tuttavia la raccolta, edita da Neo Edizioni, non propone cliché di esaltazione o condanna né pose da mauditisme, ma dieci racconti di altrettanti autori del panorama contemporaneo italiano in cui l’alcool  è una lente che distorce o mette a fuoco (dipende dai punti di vista) spaccati di esistenze fragili. Come la pelle della cantante di successo protagonista di Jet Lag, il racconto di Claudia Durastanti che apre l’antologia e subito ci precipita in un mondo di sesso, solitudine e disperazione atona; disperazione che – in Limoncello di Gianni Solla e in Gli eroi perfetti di Fabio Viola – incontra lo squallore e la miseria di esseri avidi, nel primo, e di una coppia allupata e volgare, nel secondo, a cui i fumi dell’alcool sembrano aver spazzato via ogni residuo di umanità.

Le stesse atmosfere si respirano in Sogni andati a male di Alessandro Turati, in cui la cupa routine di una coppia sfibrata è resa ancora più amara dallo stile sarcastico e cinico, adombrato da sprazzi di umorismo nero. E sempre alla stessa strada misera e dolente riconduce anche il multiverso descritto da Francesco Pacifico in Bere una bottiglia di vino nel multiverso, in cui la stessa scena raccontata più volte con variazioni minime amplifica la sensazione di impossibilità di modificare il corso degli eventi – come accade anche in Tulipani di Stefano Sgambati –  nonché il senso di solitudine e incomunicabilità dei personaggi – temi questi che riaffiorano dolorosamente in L’amore reclinato di Paolo Zardi; dolorosamente in quanto l’alcool permette al protagonista di decodificare i disperati segnali della popolazione dei locali notturni mettendo a nudo le pareti di vetro in cui noi stessi ci imprigioniamo.

Una disperazione diversa si respira ne Il guscio vuoto con cui Olivia Corio si discosta dagli altri racconti affidando la narrazione a una bambina giudiziosa costretta a badare alla madre alcolizzata, in un brano emozionante, dolce e decisamente ben scritto. Al contrario, Una questione di orgoglio o di estetica di Filippo Tuena – con il suo dandy sessantenne costretto a ridurre l’assunzione di alcol per motivi di salute – e soprattutto Caduta. Libera di Dario Falconi – storia di ideali decaduti ambientata a Buenos Aires – risultano pesanti nello stile e intaccano un po’ il sapore di una antologia per il resto armoniosa, che ha il grande merito di essere tutt’altro che piacevole e consolatoria, come la vita che sobria non è mai.

 

 


  • Genere: Racconti
  • Altro: Curatore: Graziano Dell’Anna

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