Vetrina. “La stanza”
Alienazione, frustrazione, conformismo: le ombre dello stile di vita contemporaneo racchiusi ne La stanza, romanzo breve dell’attore e scrittore svedese Jonas Karlsson.
Non è certo un tipo facile Björn, voce narrante e protagonista de La stanza, prima opera dell’attore e scrittore svedese Jonas Karlsson pubblicata in Italia (Isbn edizioni): saccente, arrogante e presuntuoso, il suo unico interesse è fare carriera e dimostrare fin da subito al nuovo capo e ai neo colleghi la propria superiorità. Per raggiungere questo obiettivo, l’uomo organizza meticolosamente le proprie giornate di lavoro scandendo il tempo in intervalli regolari e riducendo a zero le relazioni sociali. Dopo pochi monotoni giorni trascorsi nell’open space, Björn si imbatte per errore in una stanza situata tra i bagni e l’ascensore: “era una stanza piuttosto piccola, con un tavolo al centro, un computer e alcuni raccoglitori su una mensola. Penne e altro materiale da ufficio. Niente di strano. Tutto era in perfetto ordine. Pulito e ben sistemato”. Con il passare del tempo cresce nell’uomo uno strano impulso che lo porta a tornare più volte in quella stanza: solo lì infatti Björn riesce a ritrovare la tranquillità e la concentrazione insieme a “un senso di relativa libertà”. C’è solo un piccolo problema: nessuno all’infuori di lui sembra accorgersi dell’esistenza della stanza.
Attraverso una prosa asciutta ed estremamente coincisa – aspetto che lo differenzia dai connazionali giallisti, come nota il traduttore Alessandro Bassini – Karlsson affronta le ombre proiettate dallo stile di vita contemporaneo fatto di ambienti di lavoro alienanti, stressanti e competitivi e da relazioni sociali difficili o pressoché assenti. Uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo breve è il punto di vista adottato che avvicina il testo a un lungo monologo teatrale – il che non stupisce vista la già citata esperienza attoriale di Karlsson – e rende molto efficaci i cambi di prospettiva sapientemente disseminati nel testo. Tuttavia, a fronte di una storia molto interessante e originale, l’autore cede spesso alla tentazione di voler dire troppo piuttosto che mostrarlo, rallentando così il ritmo della narrazione e lasciando poco spazio alla partecipazione attiva del lettore. D’altra parte però gli va riconosciuto il merito di aver realizzato una sorta di cortocircuito che impedisce al lettore di immedesimarsi sia con il protagonista – unico a “ragionare in maniera diversa” ma dal carattere impossibile – sia con gli altri personaggi, conformi ma meno presuntuosi. Chi ha torto o ragione è impossibile stabilirlo, e forse è anche inutile, sembra voler intendere Karlsson con il suo finale sospeso. Una cosa è certa: ogni lettore saprà riconoscere quella stanza.
- Genere: Romanzo
- Altro: Traduzione di Alessandro Bassini.