Libri

Vetrina. “La ballata del caffè triste”

Roberta Iadevaia

Dopo vent’anni di assenza dalle librerie italiane Einaudi Stile Libero ripropone La ballata del caffè triste, antologia di racconti di Carson McCullers, una delle maggiori scrittrici americane del Novecento, autrice di culto per femministe e omosessuali morta ad appena cinquant’anni.

Dopo vent’anni di assenza dalle librerie italiane Einaudi Stile Libero ripropone La ballata del caffè triste, antologia di racconti di Carson McCullers, una delle maggiori scrittrici americane del Novecento, autrice di culto per femministe e omosessuali, morta ad appena cinquant’anni. Della sua sonnolenta e opprimente Georgia, di infelicità coniugali e amori non corrisposti, di deformità fisica e sessualità malata sono impregnati i sette racconti de La ballata del caffè triste, componimenti di diversa estensione sapientemente orchestrati dalla sensibilità della scrittrice che riesce, attraverso una scrittura semplice e pacata, a comunicare immagini vivide e sensazioni forti.

Il primo racconto, che dà il nome alla raccolta e occupa quasi metà del volume, “canta” dell’infelice amore di Miss Amelia, donnone di un metro e novanta burbero e avaro, per un suo lontano cugino, un nano deforme e dalla pessima salute sbucato da chissà dove, a sua volta innamorato dell’aitante quanto malvagio ex marito della donna, criminale appena uscito dal Penitenziario che porterà la sciagura sul quel paesino del Sud e sul suo unico punto di ritrovo, il Caffè gestito da Miss Amelia. La mano lieve e inesorabile dell’autrice proietta il lettore nella realtà misera e desolata del profondo Sud degli Stati Uniti popolata da freaks; e destabilizza, attraverso la figura della protagonista, le divisioni di genere socialmente imposte (memorabile il corpo a corpo tra Miss Amelia e l’ex marito, il cui epilogo è altamente significativo).

Con il canto dei dodici lavoratori forzati –  intermezzo potente e suggestivo – si passa al racconto successivo, Wunderkind, in cui una ex bambina prodigio divenuta ormai quattordicenne realizza di non riuscire più a suonare il piano come una volta. La stessa fragilità emotiva contraddistingue la maestra di musica protagonista del racconto Madame Zilensky e il re di Finlandia, donna strana e misteriosa che il suo direttore scoprirà essere in realtà una bugiarda patologica. Tale rivelazione innescherà nell’uomo sentimenti diversi tra i quali emergerà una sentita compassione, la stessa che prevarrà nell’animo del protagonista del racconto Dilemma domestico nei confronti dell’alcolismo della moglie. Ne Il forestiero invece, l’autrice si diverte a creare una situazione paradossale in cui una coppia di ex-coniugi si rivede dopo vari anni e scopre di essere molto più felice in quel momento che durante la loro relazione. Gli altri due racconti della raccolta, Il fantino e Un albero, una pietra, una nuvola sono forse i meno riusciti: il primo, molto breve, illustra il forte contrasto tra un rude ma sensibile fantino e i suoi superiori ricchi e senza scrupoli; il secondo è incentrato su un strampalato discorso di un vecchio convinto che bisogni amare ogni singolo oggetto del creato prima di essere pronti per affrontare l’amore di una persona.

La ballata del caffè triste dunque, se non proprio un capolavoro, è indubbiamente una lettura piacevole, empatica e originale, a tratti costellata da figure difficili da dimenticare.


  • Genere: Antologia letteraria (straniera)

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