Vetrina. “Geologia di un padre”
Il ritratto di un padre, ma anche un libro sulla morte e sulla vita.
In Geologia di un padre Valerio Magrelli, saggista e ordinario di Letteratura francese, raduna appunti, immagini e frammenti messi insieme nel corso degli anni per comporre uno scritto che non è un romanzo, né una raccolta di racconti, né un saggio. Geologia di un padre si avvicina più all’idea di un mosaico antico, composto da frammenti in parte consumati, in parte ben conservati, che soltanto messi l’uno vicino all’altro riescono a dare un’immagine comprensibile – quella di Giacinto, padre dello scrittore – e al contempo sospesa, un qualcosa di cui non ci si può appropriare completamente.
In ottantatré brevi o brevissimi capitoli – ottantatré era anche l’età in cui il genitore si è spento – Magrelli rievoca episodi dell’infanzia, dell’adolescenza, dell’età adulta. Una geologia in cui, strato dopo strato, costruisce il ritratto di un uomo iracondo, istintivo, temibile, ma anche ingenuo; un ingegnere che sembrava in pace con se stesso solo quando si cimentava nel disegno – sua La grotta di Polifemo, l’immagine di copertina. Magrelli figlio viene a patti con una sua esigenza interiore: il desiderio di raccontare suo padre com’era, con tutti i suoi difetti, ma al tempo stesso di assolverlo dai peccati di ira furiosa che hanno caratterizzato la sua esistenza. Ma c’è dell’altro, il voler venire a patti con una consapevolezza che affiora lentamente, pagina dopo pagina: un padre è ciò che noi siamo destinati a diventare, qualcuno che ha percorso prima di noi il nostro stesso cammino. Appare l’immagine di un uomo che va avanti, di un altro che lo segue, e di un incontro che non potrà mai avvenire, se non dopo la morte del primo. Procedendo col tratteggio del padre, l’autore tratteggia se stesso, in una sorta di autoanalisi, nel tentativo di cercare una risposta alla domanda: cosa resta di un padre dopo la morte? Cosa resta di lui in noi? Schegge, momenti precisi che sedimentano nella nostra persona, senza che ce ne rendiamo conto.
Parole, frasi: «Quando una porta è chiusa, non ti fermare mai. Vai dritto e aprila. Lascia agli altri, se vogliono, il peso di vietarti l’ingresso. Non arrestarti, prima che te lo impongano». Geologia di un padre è un testo intimo, frammentario, a tratti difficile. Uno scritto molto personale che corre il rischio di allontanare quei lettori attratti dalle storie, dagli accadimenti, e che qui si trovano di fronte un qualcosa di impalpabile: il tentativo di riafferrare l’essenza di un genitore che non c’è più, il tentativo di conoscerlo dopo la morte, attraverso la scrittura, più di quanto si sia fatto in vita. E, probabilmente, il tentativo di trattenerlo nella memoria, di non lasciarlo sfuggire. A tratti faticoso da afferrare, come faticoso può essere trasporre su carta un ricordo lungo una vita.
- Genere: Romanzo