Vetrina. “Ferito”
Un romanzo di Percival Everett che guarda all’odio razziale ed all’omofobia attraverso una sapiente commistione di generi
Ferito è un romanzo del 2005 dello scrittore americano Percival Everett, apparso in Italia per Nutrimenti nel 2009 ed ora uscito per beat, una casa editrice che “raccoglie i tesori delle case editrici letterarie e indipendenti italiane in pubblicazioni economiche inedite”. Ed è un “tesoro”, non a caso, anche questo breve romanzo.
La storia, narrata in prima persona, è quella di John Hunt, un oscuro ma sensibile cowboy nero del Wyoming, che, in seguito all’assassinio di un giovane gay della zona, vede cambiare passo dopo passo, in maniera irrimediabile, la sua vita. Coinvolto, prima indirettamente e poi in prima persona, nella catena degli eventi, Hunt affronta una ricerca interiore che lo porterà a rimettere in discussione la sua visione del mondo.
Definito come “post-western”, Ferito in realtà è un testo ibrido che riforma generi letterari consolidati, il romanzo di frontiera e il western, adattandoli alla riflessione su temi a loro spesso estranei: l’identità, l’omosessualità, la razza. Vengono in mente, leggendolo, quel bel racconto di Annie Proulx, poi trasformato in film da Ang Lee – Brokeback Mountain – ma anche i personaggi introversi e ombrosi di Corman McCarthy; eppure quello di Everett è qualcosa di diverso. Intrecciando il razzismo nei confronti degli afro-americani con l’omofobia e ricorrendo ad una scelta di personaggi che, per le loro differenti costituzioni sociali e le loro diverse ideologie, rappresentano altrettanti occhi diversi attraverso cui osservare gli eventi, Everett riesce a mostrare da un lato le diverse gradazioni dell’odio e dall’altro la sua universalità.
Il maggior pregio di quest’opera, scritta in maniera semplice ed avvincente, è quella di aver portato lo sguardo su un problema – l’odio e in particolare l’omofobia – elevando la riflessione dal particolare al generale e simbolico. Le vicende infatti prendono spunto, pur non facendovi direttamente riferimento, da un fatto di cronaca realmente avvenuto, ovvero la morte nel 1998 di Matthew Shepard, un giovane ragazzo omosessuale che fu abbandonato dopo essere stato fortemente percosso da due coetanei che gli avevano dato un passaggio in auto nel Wyoming. L’evento ebbe una fortissima risonanza pubblica e mise in evidenza in maniera inconfondibile l’omofobia latente in alcune parti della società americana, portando ad un ri-orientamento del dibattito anti-discriminatorio, di cui Ferito è proprio una prova tangibile. Everett infatti, con questo romanzo, ricorrendo ad un personaggio già vittima di discriminazione per la sua razza, eterosessuale e socialmente costituito (un cowboy)offre uno sguardo “diverso” sull’omofobia e sulla necessità di superarla affrontandola in prima persona e di petto.
Privo dunque di personaggi verbosi, ma attraverso una parabola di personaggi esemplari, Ferito narra un exemplum di apertura verso l’Altro e di lotta all’odio, il cui finale aperto lascia a noi la responsabilità di chiuderlo in base all’esito che l’esperienza della storia ha lasciato su di noi.
- Genere: Narrativa straniera