Vetrina. “C’è modo e modo di sparire”
L’incontro con la poesia di Nina Cassian è uno di quei colpi di fulmine letterari che avvengono raramente ma che, di sicuro, sono impossibili da ignorare.
Perché in Italia non abbiamo mai sentito parlare di Nina Cassian? Questa domanda sorge spontanea dopo aver letto anche solo un paio delle poesie contenute nel volume pubblicato da Adelphi. Perché l’approccio con i componimenti della poetessa romena rischia di essere uno di quegli incontri che non dimentichi e che ti portano a domandarti perché non hai mai letto prima i suoi versi. Purtroppo la risposta a questa domanda sta nelle (spesso infelici) scelte editoriali del nostro Paese, in cui non è raro che una personalità del calibro della Cassian venga ignorata per anni e che ad una prima pubblicazione, risalente agli anni Sessanta (la raccolta intitolata Inverno) siano seguiti più di cinquant’anni di oblio.
I versi contenuti in questa antologia possiedono una forza immediatamente evidente ma che si connota in una visione semplice (sebbene mai semplicistica) e quasi minimalista di una certa quotidianità che, da Emily Dickinson, passando per Elizabeth Bishop, fino ad arrivare a Wisława Szymborska, sembra essere una cifra poetica strettamente femminile e, forse, in parte, lo è. Perché riuscire a coniugare una così chiara e lucida percezione emotiva con episodi quasi insignificanti e quotidiani permette di infondere forza e dare risalto a tutto ciò che rischia, altrimenti, di restare in ombra. E, in un certo senso, alla natura femminile appartiene questo tipo di attenzione e di minuzia, senza entrare necessariamente in una lettura di genere che finirebbe per indebolire versi che, invece, possiedono una forza universale innegabile.
C’è modo e modo di sparire ha il grande merito di mettere in evidenza il percorso poetico della Cassian anche grazie alla presenza del testo originale a fronte, per mezzo del quale il lettore può realizzare il passaggio dalla lingua madre romena all’inglese, lingua adottiva della poetessa dopo l’emigrazione negli Stati Uniti. Al di là delle differenze linguistiche, però, l’antologia si presenta come una testo fortemente unitario, tale da farci percepire l’estrema coerenza della sua autrice che, dalle prime alle ultime poesie, gioca con le parole rendendole ora carnali, dure, lancinanti, e ora lievi, surreali, intrise di tenerezza. È questo doppio registro lirico, forse, la caratteristica più personale della Cassian, quella che la rende una figura di spicco nella scena poetica contemporanea. Infine è da sottolineare la costante presenza animale nei suoi versi, che riporta ad una visione quasi panteistica della vita, come se la poesia avesse la forza di ricreare una sorta di Eden, ristabilendo un’armonia atavica ormai perduta.
- Genere: Poesia