Libri

Vetrina. “Beautiful Losers”

Mariangela Sapere

I perdenti di Leonard Cohen, nel suo secondo e ultimo romanzo: una storia d’amore, sesso, amicizia e santità scritta negli anni Sessanta.

I segmenti di un triangolo d’amore si intersecano con il lungo filo dell’ossessione di uno dei protagonisti per una santa. Beautiful Losers romanzo sperimentale di Leonard Cohen, scritto nel 1965, ha la prosa visionaria e psichedelica tipica di quel periodo, code d’influenza della beat generation, in una alternanza di flussi di coscienza e paragrafi sulla storia degli aborigeni canadesi.

Il narratore, un personaggio senza nome, si trova solo a scavare nella vita di Catherine Tekakwitha, la prima nativa americana ad essere proclamata santa, morta nel 1680, all’età di 24 anni. Sin dalle prime pagine lo vediamo perso tra questa ossessione, il ricordo di Edith, sua moglie – anche lei una nativa, morta suicida giovanissima – e quello di F., amico fraterno dai tempi dell’orfanotrofio, con cui ha condiviso formazione, mente, corpo e moglie.

Intraprendiamo con lui un viaggio sconnesso che attraverso le parole dell’io narrante passa tra le ricerche sui nativi canadesi, si perde nei ricordi, si innalza in preghiere e invocazioni, per approdare alla lunga lettera che F., parlamentare e leader del movimento separatista del Quebec, gli ha scritto dal manicomio. Un altro punto di vista, per una missiva rivelatoria e visionaria, una confessione che l’amico leggerà soltanto cinque anni dopo il momento in cui è stata scritta, dalla mano di F., che contestualmente, con l’altra mano, era occupato a dare piacere a un’infermiera.

Uscito in Italia per la prima volta nel 1972 per Rizzoli, con il titolo Belli e perdenti, è stato ripubblicato da minimum fax con la traduzione di Francesca Lamioni. Beautiful losers è un libro di ossessioni e solitudini. Il narratore è circondato da tre gravosissime presenze: fantasmi invisibili, tutt’altro che impalpabili. Edith, F. e Catherine T, sono i pezzi sparsi di uno stesso puzzle, connessi da molteplici legami. Sullo sfondo il Canada del 1600, e la Montreal degli anni Sessanta con la sua aria di rivoluzione. Nativi, francesi e inglesi, oppressi e oppressori a loro volta oppressi. In primo piano i temi della sessualità, dell’omosessualità, dell’amicizia, dell’amore.

Accolto da critiche ostili quando fu dato alle stampe, ormai è il capostipite riconosciuto della letteratura “post moderna” canadese. Un romanzo che probabilmente metterà alla prova la pazienza di chi cerca una storia lineare. Si tratta di pagine che vogliono un lettore pronto ad accogliere i flussi mentali e corporei dei protagonisti, pronto a godere della sfida alle regole della narrazione e a farsi prendere dagli eccessi dei perdenti, belli ma spacciati, di Cohen. 


  • Genere: Romanzo
  • Altro: Traduzione di Francesca Lamioni.

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