Venezia76. Les épouvantails
Les épouvantails (The Scarecrows) di Nouri Bouzid è un film del 2019 che è stato presentato a Venezia76 nella sezione Sconfini.
Le protagoniste sono Zina (Nour Hajri) e Djo (Joumene Limam), due ragazze che nel 2013, dopo un sequestro durato mesi in cui hanno subito numerose torture e violenze, riescono a scappare dal fronte siriano e a tornare in Tunisia. Si ritrovano però ad affrontare dolori ancor più grandi: Zina non sa più dov’è finito il figlio; Djo è incinta e non riesce più a parlare, e l’unico modo che ha per comunicare è raccontare su carta gli orrori che ha vissuto. Entrambe vengono aiutate durante il processo di ricostruzione e ripresa dall’avvocato tunisino Nadia (Afef Ben Mahmoud) e dalla dottoressa Dora (Fatma Ben Saïdane), volontaria di un’associazione umanitaria. A sostenere Zina inoltre c’è Driss (Mehdi Hajri), un ragazzo omosessuale perseguitato che è seguito da Nadia e a cui lei affida il compito di aiutare la ragazza.
Il titolo Les épouvantails, che tradotto significa “Gli spaventapasseri”, è appropriato al film, sia perché un punto centrale di molte inquadrature sono proprio questi oggetti costruiti dalla madre di Zina (Sondos Belhassen) per farli comprare ai turisti e sia perché potremmo leggere all’interno di questa parola una critica forte ai terroristi, che nel film sono le persone che hanno compiuto violenza sessuale e contro cui Nadia tenacemente combatte per proteggere Zina e Djo, nonostante tutte le difficoltà che incontra nel dialogo con le ragazze.
I personaggi sono la parte più riuscita dell’intero film: sia Zina che Djo sono caratterizzate benissimo psicologicamente perché nonostante le differenze di sensazioni e d’età riescono perfettamente a comunicare il dolore di ciò che hanno passato le persone in quel periodo.
Colpisce tantissimo il finale completamente inaspettato sia per quanto riguardo Djo e sia per Zina, con entrambe che mostrano una forza diversa compiendo due atti che potremmo considerare opposti come una scelta di morte e una scelta di vita, ma sicuramente due scelte di coraggio, rappresentate con una fotografia ben elaborata e di impatto.
Un’altra tecnica che permette di avvertire tutti i sentimenti negativi che ci sono all’interno delle ragazze per l’esperienza in Siria sono i flashback che si alternano in vari momenti alla vicenda.
Particolare nel film è la scena in cui Zina e Driss giocano insieme sotto a un telo bianco, a prova di come il regista voleva abbattere tutte le barriere e rappresentare la purezza e bellezza delle differenze nelle persone, valori contrapposti all’orrore vissuto dalla Tunisia in quel periodo, facendo arrivare l’opera allo spettatore con un senso claustrofobico ben chiaro già dall’inizio, che viene poi alleggerito con le scene di libertà come questa per poi riprendere con uno stile sempre più duro.
Questa contrapposizione funziona molto bene e permette a Nouri Bouzid di coinvolgere emotivamente il pubblico nella sofferenza delle protagoniste.
Insomma Les épouvantails è un film che merita comunque una certa attenzione, sia per la sensibilità con cui il regista affronta queste tematiche così attuali sia per la fotografia potente e cruda.
- Diretto da: Nouri Bouzid
- Scritto da: Nouri Bouzid
- Protagonisti: Nour Hajri, Afef Ben Mahmoud, Joumene Limam, Mehdi Hajri, Sondos Belhassen, Fatma Ben Saïdane, Noomen Hamda
- Musiche di: Riadh Fehri
- Fotografia di: Hatem Nechi
- Montato da: Ghalya Lacroix, Seifedine Ben Salem, Hafedh Laridhi
- Casa di Produzione: Mésanges Films, Lycia Productions, Samsa Films
- Data di uscita: 29/08/2019 (Venezia)
- Durata: 98 minuti
- Paese: Tunisia, Marocco, Lussemburgo
- Lingua: Arabo