Moebius
Dopo la vittoria alla 69esima edizione, il Sud Coreano Kim Ki-duk torna al Lido con un’altra storia di violenza, sesso ed incesti
Dopo il Leone d’Oro conquistato l’anno scorso con Pietà, Kim Ki-duk ritorna al Lido di Venezia con un film fuori concorso; il regista sud coreano è anche presente con il corto My Mother, uno dei settanta frammenti che compongono Venezia 70 – Future Reloaded, e chi l’ha visto sa di quanta tenerezza sia capace Kim Ki-duk nel ritrarre la sua famiglia. Tutt’altro fa in Moebius, storia di una famiglia normale segnata da una tragedia.
Censurato in Corea del Sud per le forti scene di violenza e di incesto, Moebius stupisce il pubblico veneziano per il coraggio e l’audacia di certe scelte registiche e narrative, caratteristica chiave di Kim Ki-duk, il quale tuttavia riserva ogni volta sorprese. Provoca il riso con l’immagine di un pene finito sotto le ruote di un camion, l’orrore con le evirazioni e gli atti di autolesionismo (che allo stesso tempo sono anche di autoerotismo), la pena per come si chiude il cerchio degli eventi per la famiglia al centro degli eventi.
Ancora una volta Kim Ki-duk dimostra come le parole non siano necessarie per raccontare le immagini: mai come in questo caso, anzi, risulterebbero superflue, davanti all’enormità dei gesti compiuti dai personaggi durante tutto l’arco del film. Dà voce senza dialoghi alla vergogna, all’umiliazione, alla rabbia sensata di una moglie tradita e a quella immotivata delle gang di adolescenti. Al centro di tutto, forse unica vittima di un meccanismo di sesso e violenza di cui ancora non ha ben compreso il senso, il giovane figlio della famiglia protagonista, colpevole innocente di essere un uomo, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Il ragazzo parla con gli occhi, provando ora a uniformarsi ai ragazzi della sua età, ora a seguire la via dell’amore con l’amante del padre, salvo scoprire che non sarà lei a portargli un po’ di pace; rimane allora un edipico amore per la madre, fantasia proibita, che può solo essere punita con una fatale decisione finale. All’altra estremità, il padre, che prova a rimediare alle sue colpe e a salvare il figlio, inutilmente.
I corpi si intrecciano sullo schermo accentuando una carnalità che diventa indistinta, tra odio e amore, e il sangue diventa, come è già successo in altri film di Kim Ki-duk, lo strumento di espiazione per tutti, quando il dolore è uguale al piacere e il torto si unisce alla ragione. Uno spettacolo che colpisce gli occhi, del resto fondamentali per leggere Moebius e rimanerne impressionati.
Dettagli
- Titolo originale: Moebius
- Regia: Kim Ki-duk
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Kim Ki-duk
- Musiche: In-young Park
- Costumi: Jin-sook Lee
- Produzione: Corea del Sud
- Cast: Jae-hyeon Jo, Eun-woo Lee, Young Ju Seo
- Sceneggiatura: Kim Ki-duk