Valerio Binasco // Una specie di Alaska
Da un atto unico di Harold Pinter, Valerio Binasco mette in scena i suoi tre personaggi con il desiderio di raccontare l’incontro/scontro tra due dimensioni temporali diverse racchiuse in un unico personaggio
C’è un viaggio che ogni essere venuto al mondo compie una sola volta nella vita, l’ultima grande partenza senza ritorno. A volte perché è ora, altre volte perché capita di andare via e basta.
Il regista Valerio Binasco mette in scena il risveglio di Deborah, interpretata da Sara Bertelà, una sedicenne che improvvisamente ha chiuso gli occhi senza partire per quell’ultimo “viaggio”, rimanendo addormentata per ventinove anni.
Al suo corpo adulto fa da controparte lo sguardo luminoso e smaliziato di un’adolescente che ancora ha tanto da imparare, ma che pensa al suo presente e al suo futuro con entusiasmo e desiderio di andare avanti. Deborah, però, vive in un presente che è fermo al suo passato e pensa ad un futuro che è già passato anch’esso.
Una specie di Alaska è il luogo in cui Deborah ha trascorso più della metà della sua vita. È lo stato della sua mente, congelata in un tempo lontano. È dove vorrebbe continuare a stare quando prende coscienza di essere ormai una donna senza aver vissuto.
Un risveglio che catapulta la protagonista in una stanza isolata in cui scopre che ciò che l’attende non è ciò che ha lasciato. Non ci sarà sua madre a festeggiare il suo ritorno, né suo padre. Non sarà presente il suo amato Jack. Solo la sua piccola sorellina, Pauline, che ormai è grande e che non riconosce più. Solo quel dottore che è anche suo cognato e che ha permesso il suo risveglio.
Deborah apre gli occhi e torna, ritorna con le sue paure infantili, con i suoi desideri adolescenziali, con i suoi progetti in un presente che l’accoglierà come qualcuno che lei non è mai stata: un’adulta.
Da un atto unico di Harold Pinter, Valerio Binasco mette in scena i suoi tre personaggi – interpretati da Sara Bertelà, Alessandro Accinni e Orietta Notari – con il desiderio di raccontare l’incontro/scontro tra due dimensioni temporali diverse ma racchiuse in un unico personaggio, quello di Deborah.
Lo spettatore è lì, sul palco, vicino a quella non più giovane ragazza che si guarda intorno impaurita come se percepisse che il mondo è nuovo, diverso e che vorrebbe solo festeggiare il compleanno.
Un personaggio singolare che ha tanta voglia di crescere quando, in realtà, è già grande.
Una storia ispirata a testimonianze reali contenute nell’opera Risvegli di Oliver Sacks, che però fa riflettere su come si cresca in fretta ogni volta che si chiudono gli occhi.
Un nuovo giorno, dopotutto, è un giorno in più.
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- Titolo originale: Una specie di Alaska