Upside Down
Juan Diego Solanas mette sottosopra le sue possibilità di una futura carriera nel cinema di fantascienza con la scontata love story con Jim Sturgess e Kirsten Dunst
Juan Diego Solanas, regista argentino, è sulla scena da ormai dieci anni, ma il suo debutto al lungometraggio sulla scena mondiale avviene “metaforicamente” in ritardo nella sua filmografia, con la produzione americana del fantascientifico Upside Down. Sarà perché il suo precedente Northeast non ebbe un grande successo nel mercato della distribuzione, sarà perché il suo tanto atteso ritorno sia legato a ciò che lo ha reso famoso soprattutto ai navigatori della rete: L’homme sans tete. Cortometraggio girato nel 2003 con soldi francesi, The Man without a Head è un piccolo cult irrinunciabile, il cui stile surreale ha segnato uno standard che doveva essere assolutamente replicato dal suo autore. Così è stato, in parte.
Upside Down è una storia sentimentale incentrata sul classico modello dell’amore impossibile. Adam (Jim Sturgess) vive in un sistema dove vi sono due pianeti gemelli, legati l’uno all’altro ma separati da opposte gravità. Ogni oggetto o persona è legato alla gravità del suo pianeta di provenienza, un fattore che impedisce le relazioni umane tra i due pianeti, in contatto solo tramite la TransWorld, una società il cui scopo è ottenere petrolio a basso prezzo dal basso in cambio di elettricità scadente a costi elevatissimi. Subito si fa ovvia la distinzione, Adam vive nella povertà, orfano di entrambi i genitori, ma non della capacità di amare, anche se si tratta di una ragazza dell’altro pianeta, Eden (Kirsten Dunst). Se riuscirà o meno Adam a superare le barriere sociali e ad abbracciare la sua anima gemella è il fulcro dell’intero film.
Inutile cercare di trovare un lato positivo mettendo a soqquadro l’intera struttura del film, Upside Down è troppo concentrato sul contenuto banale, elemento che se messo in seconda fila avrebbe potuto dar maggior spazio all’eccellente visione di Solanas, anche se stracolma di falle dal punto di vista della veridicità scientifica. Architetture steampunk ed effetti speciali quasi impossibili solo ad immaginarli per la difficoltà della loro realizzazione, sono gli aspetti migliori insieme alle scenografie di Alex McDowell, vero maestro dietro l’opera intera, rovinata dalla superbia di Solanas, troppo attaccato ai suoi personaggi – definendoli persino originali in varie interviste – invece che al suo mestiere di scultore dell’immagine. A conti fatti dispiace vedere quelle atmosfere cupe e verdognole, con cui ci aveva incantato nel suo cortometraggio dieci anni fa, sprecate per il solito schema hollywoodiano, dispiace perché forse Solanas avrebbe potuto (e dovuto) davvero fare di più.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Juan Diego Solanas
- Fotografia: Pierre Gill
- Musiche: Benoît Charest
- Cast: Jim Sturgess, Kirsten Dunst, Timothy Spall
- Sceneggiatura: Juan Diego Solanas