Libri

Unastoria di Gipi candidato al Premio Strega

Antonella Gigantino

Per la prima volta un graphic novel è in corsa al Premio Strega.

Finalmente una buona notizia: la graphic novel Unastoria di Gipi è stato candidata ufficialmente al Premio Strega. La Fandango, tramite la propria pagina di Facebook, ha condiviso tutta la sua gioia e soddisfazione per il traguardo raggiunto, precisando che Unastoria di Gipi è ufficialmente candidata al Premio Strega 2014, e che a presentarla sono stati Sandro Veronesi e Nicola Lagioia. È la prima volta in assoluto che un romanzo a fumetti entra nell’ambito concorso letterario dello Strega.

Gianni Pacinotti, in arte Gipi, cinquantenne fumettista toscano, da poco passato dietro la macchina da presa, è tornato alle matite dopo una pausa di cinque anni per consegnarci il suo lavoro più maturo e profondo, forse anche il più personale, che lo consacra definitivamente come uno dei migliori, se non il migliore in assoluto, tra gli autori italiani.

Silvano Landi, il protagonista di Unastoria, è sull’orlo del baratro. Cinquantenne, ha progressivamente perso la testa, dopo essere stato lasciato dalla sua compagna. Veniamo introdotti alla sua persona conoscendolo nella condizione di paziente ricoverato in un ospedale psichiatrico. In parallelo scopriamo alcuni racconti della vita del suo bisnonno, Mauro Landi, attraverso l’avida lettura della sua corrispondenza dal fronte di guerra, una lettura che ben presto muta in ossessione, complice del disfacimento degli affetti famigliari di Silvano e della situazione in cui si apre il libro.

Gipi commenta così il suo lavoro: «Landi è un uomo, sopratutto, che è “caduto fuori” dalla natura. La sua è la mancanza di senso. Ma so che nello scrivere la sua storia ci è caduta la mia questione del non poter avere figli. E quindi la sensazione che Dio, la natura, mi potessero detestare. Voglio dire, Pacciani ha avuto figli. Göring ne ha avuti sei. Perché io no? Quando mi hanno dato la notizia una voce primitiva mi ha sorpreso. Una voce che non sapevo di avere.  Da lì è partito un processo di pacificazione. E unastoria è il certificato di pacificazione. Le ultime parole di Landi al medico sono “ero solo stanco”. Come dire, non è un dramma: “Fanculo, capita. Ero stanco”.

Il libro è tutto un alternarsi di tecniche e impatti visivi diversi: scarabocchi in bianco e nero, paesaggi ad acquerello, dense sequenze a colori e di sicuro, nonostante si intitoli unastoria, non è affatto una storia qualunque.



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