Cinema

Una ragazza a Las Vegas

Pasquale Parisi

Da romanzo autobiografico a trasposizione per il grande schermo ad opera di Stephen Frears, la storia della stripper a domicilio e poi favorita delle scommesse sportive Beth Raimer colpisce per la sua inutilità.

I film scadenti possono spesso risultare piacevoli bersagli, soprattutto alla luce della pretenziosità che accompagna certi progetti e concorre a rendere non solo un dovere, ma piacere sadico, quello di stigmatizzarne le pecche. Quello di Una ragazza a Las Vegas è un caso leggermente differente. “Leggermente” perché non si tratta di un buon film: nessuna delle plausibili attenuanti del caso può in alcun modo spingerlo a considerarlo un buon film. Si tratta di un prodotto scadente ma onesto, che presenta ciò che propone. Peccato che quanto propone non sia granché.

Quale possa essere l’interesse di un pubblico nei confronti delle vicende di una ragazza un po’ svampita nel mondo delle scommesse sportive mi è assolutamente ignoto. Fatto sta che la scrittrice Beth Raimer ha ricavato dalle proprie vicende autobiografiche un libro, del quale Una ragazza a Las Vegas è la trasposizione di cui qualcuno ha sentito la necessità. Beth (Rebecca Hall), stanca della propria vita da stripper a domicilio, decide di recarsi a Las Vegas per cercare lavoro come cameriera. Nella “Città del Peccato” la protagonista finisce per essere presentata a Dink Heimowitz (Bruce Willis), capo di un piccolo esercizio di scommesse; la collaborazione prospera grazie alla bravura della ragazza con i numeri, fin quando la burbera moglie di Dink (Catherine Zeta-Jones, irriconoscibile e del tutto sprecata) non ne determina l’allontanamento. Durante il breve periodo di transizione, la giovane conosce Jeremy (Joshua-chi si rivede-Jackson) del quale si innamora. Dink però torna a riassumerla, per poi licenziarla ancora. Beth inizia dunque a lavorare per il bookie Rosie (Vince Vaughn), a New York e poi a Curaçao, al limite dell’illegalità.

Ogni nuova situazione sembra porre le premesse per un colpo di scena che non si verificherà. Il problema principale di Una ragazza a Las Vegas, che pone in secondo piano tutti gli altri, è proprio questo: nel film non accade niente. Si attende dall’inizio alla fine un momento di efficacia drammatica, un passaggio che non si potrà riscontrare. Per quanto la dimenticabile regia di Stephen Frears sia lontana dall’orrendo, e i dialoghi, per quanto anonimi, non facciano inorridire, la progressione degli eventi è ferma in una indolenza per nulla appassionante. Nonostante l’assenza di picchi negativi, è dura riconoscere ad Una ragazza a Las Vegas valore superiore a quello della merce da palinsesto televisivo della domenica pomeriggio. 


Dettagli

  • Titolo originale: Lay the Favorite
  • Regia: Stephen Frears
  • Fotografia: Michael McDonough
  • Musiche: James Seymour Brett
  • Cast: Rebecca Hall, Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones, Vince Vaughn, Joshua Jackson
  • Sceneggiatura: D.V. DeVincentis

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