Cinema

Un sapore di ruggine ed ossa

Cristina Lucarelli

Matthias Schoenaerts e Marion Cotillard fanno da star per il nuovo film di Jacques Audiard, un racconto di vite in collisione contro i mostri indomabili che circondano le nostre vite.

Dopo una serie di film giudicati in maniera unanime dei capolavori (Tutti i battiti del mio cuore, Il profeta, per citare gli ultimi due), il regista francese Jacques Audiard torna al cinema con Un sapore di ruggine ed ossa, film presentato allo scorso Festival di Cannes, portandosi dietro la nuova reginetta francese del cinema, ovvero quella Marion Cotillard che tante volte abbiamo visto ultimamente.

Il film racconta la storia di Stephanie (interpretata appunto dall’attrice francese), una giovane donna addestratrice di orche in un parco marino, che vive una vita tranquilla, che si sviluppa tra lavoro e serate con le amiche. Proprio durante una serata in discoteca, Stephanie si imbatte in Alì, interpretato da Matthias Schoenaerts, un buttafuori con il sogno di sfondare nella kickboxing, impelagato in una vita precaria e con a carico il figlio di sei anni; dopo essere stato protagonista di una scazzottata tra ubriachi, Alì torna a casa accompagnato da Stephanie, sperando in qualcos’altro che, ovviamente, non accade. Sembrerebbe tutto dimenticato, se non fosse che il giorno dopo, al parco marino, succede la catastrofe: una delle orche si ribella alla donna, infortunandola gravemente. Scoprirà, al suo risveglio dopo aver perso conoscenza, di avere le gambe amputate; la sua reazione non è proprio delle più brillanti, e a peggiorare le cose è l’atteggiamento di condiscendenza di amici e colleghi, che non riescono a vedere aldilà della paralisi. L’unica persona non interessata e non spaventata dalla sua disabilità è proprio Alì, con cui inizierà una tenera amicizia che per Stephanie sfocerebbe nel romanticismo, se non fosse che lui è interessato, in questo momento della sua vita, unicamente a relazioni da una sera.

Il film ruota intorno alla metafora dell’orca, vista da Audiard come forza della natura e soprattutto del destino, in grado di travolgere le vite delle persone che attraversa mandando all’aria tutti i loro piani futuri; lo stesso Alì, in fondo, è visto come una seconda bestia indomabile che si frappone nel destino di Stephanie. Ciò che colpisce soprattutto nella regia di Audiard è di non caricare però di ironia o di significato il lavoro di Stephanie, ma di lasciarlo emergere piano piano dal fondo per diventare un tema centrale dell’opera. Degna di menzione è anche la crescita del personaggio di Alì, che si sviluppa a tutto tondo non solo nel rapporto con la presunta amata, ma anche con la sorella e con il figlio, in maniera del tutto naturale e convincente. Se a questo ci aggiungiamo una colonna sonora importante firmata da Alxandre Desplat e l’ottima fotografia della Stéphane Fontaine, il risultato è un film di ottimo livello.


Dettagli

  • Titolo originale: De rouille et d’os
  • Regia: Jacques Audiard
  • Altro: Sceneggiatura: Jacques Audiard, Thomas Bidegain, Boris Piot Fotografia: Stéphane Fontaine Musiche: Alexandre Desplat Cast: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Céline Sallette, Corinne Masiero

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