Umberto Maria Giardini – La dieta dell’imperatrice
La Dieta dell’Imperatrice rappresenta lo stato della Musica italiana che priva di Moltheni per tre anni ha subito le infiltrazioni da parte di cantautori dalle fattezze naïf, rischiando di rimanere a digiuno.
La Dieta dell’Imperatrice rappresenta lo stato della Musica italiana che priva di Moltheni per tre anni ha subito le infiltrazioni da parte di cantautori dalle fattezze naïf, rischiando di rimanere a digiuno. Moltheni è mancato alla Musica, la Musica suonata a Moltheni, che ha così deciso di cambiar pelle e nome, decostruendo l’antica identità artistica per affrontare il ritorno sulle scene con rinnovato fervore. Il risultato di questa riflessione è un’architettura composita, giustapposta nelle undici parti che lo compongono. Umberto Maria Giardini ci offre una prova di spessore provandoci di non esser mai rimasto a digiuno di buona musica, a differenza di altri; e così che avvertiamo le chiare influenze di Anna Calvi (per l’utilizzo delle chitarre) ed Other Lives (negli inserti strumentali), rivelazioni del 2011. Se Moltheni è stato un cantautore geniale, Umberto Maria Giardini può riuscire nell’impresa di divenire un riferimento intellettuale grazie dall’autorevolezza conquistata a furore di talento. In una famosa scena di “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni, i due protagonisti si interrogano sulle affinità che intercorrono tra il saper guardare e il saper vivere. Sostituire in questo caso il saper ascoltare al guardare è la fase obbligata di un processo che ci porta a riscoprire l’etica dell’arteanche attraverso la sua estetica. Arte (“Discographia”) e vita (“Saga”), i due punti cardine di un lavoro che inquadra il nostro tempo attraverso lo sguardo lucido di un uomo maturo; la ricerca dei luoghi ameni dell’anima (“Quasi Nirvana”, “Genesi e Mail”, “L’Ultimo Venerdì dell’umanità”) e il ruolo della memoria (“Il Trionfo dei Tuoi Occhi”) fungono da elementi addensatori di quello che può essere considerato il manifesto di una nuova poetica. Musicalmente e vocalmente Umberto Maria Giardini si dimostra in stato di grazia. “Anni Luce” rappresenta perfettamente il punto a cui è giunto il cantautore marchigiano. Senza perdersi in inutili paragoni con Moltheni, ascoltando la Dieta dell’Imperatrice ci si rende conto che anche la nostalgia può esser dolce. Ci era mancato Umberto Maria Giardini; ci era mancato qualcosa di completamente nuovo.